DI CHLOE BAVARO
L’atmosfera che ti accoglie andando a trovare Gianluca Rossiello nella sua libreria ricorda un po’ i romanzi di Carlos Luis Zafón, sei circondato da tanti libri trepidi di vita da cui farti scegliere.
Nel cuore pulsante del centro storico, il tempio della cultura che rappresenta la Libreria del Teatro si prende cura dei lettori bitontini da ormai quasi vent’anni, àncora di conoscenza e luogo di incontro fondamentale.
“Volevo aprire una libreria che fosse innanzitutto un pensatoio, un punto di ritrovo. Volevo una libreria in cui organizzare presentazioni, cineforum, tutta una serie di incontri culturali” mi racconta Gianluca. E con i suoi programmi settimanali, presentazioni di autori pugliesi ogni venerdì e sabato, e di autori nazionali circa una volta al mese, dibattiti e rassegne cinematografiche, possiamo tranquillamente affermare che sia riuscito nel suo intento di soddisfare l’appetito culturale dei bitontini.
Viene naturale affermare che la Libreria del Teatro non sia solo un angolo letterario: è chiaro che una delle sue componenti essenziali è rappresentata dalle persone che vi si interfacciano quotidianamente. “Ho diversi clienti che vengono da me perchè vogliono farsi consigliare, e molti di loro col tempo sono diventati degli amici” continua Gianluca “e probabilmente se questa fosse una libreria più grande non succederebbe”.
Significativo è come, parlando delle iniziative svolte, Gianluca parla sempre di un “noi”, mai di un “io”. “Parlo sempre di un noi perché sono stato aiutato dai miei amici/clienti, che mi hanno regalato i tavolini, le sedie, tutte quelle cose essenziali per le manifestazioni culturali che caratterizzano l’anima della libreria”, mi spiega.
Seppur entrando nella Libreria del Teatro il tempo sembra fermarsi, il panorama dei lettori negli ultimi vent’anni si è inevitabilmente evoluto. “I lettori sono cambiati. Quando ho aperto la libreria, avevo tanti clienti adolescenti, mentre adesso molti ragazzi preferiscono acquistare online. Al momento c’è un pubblico un po’ più adulto”. Ma questo, per Gianluca, non è un problema: i preadolescenti e gli adolescenti hanno, secondo lui, una serie di altri pensieri, una serie di altre imposizioni, ma non abbandonano la lettura. Ad un certo punto, ritornano.
Gianluca è fondamentalmente ottimista: “I lettori non sono tantissimi ma, quelli che ci sono, sono dei grandi lettori, almeno per quanto mi riguarda”.
E questi grandi lettori, aggiunge, sono aumentati e si sono affermati grazie alla pandemia: “Ovviamente gli eventi non si potevano fare, però commercialmente io ho lavorato molto. Anzi in quei mesi ho lavorato anche maggiormente rispetto agli anni precedenti. Paradossalmente molti, in quella tragedia, sono ritornati alla lettura perché non volevano più aspettare le notizie terrificanti, e quindi molti sono tornati a scoprire il piacere della lettura. Tendenza che poi a fine pandemia si è confermata”, e i lettori sono ancora oggi in crescita, mantenendo l’interesse per la lettura vivo e attuale ancora oggi, ad ormai quattro anni dall’inizio della pandemia.
Il ruolo della Libreria del Teatro va oltre la semplice vendita di libri. “C’è come base una città di 60.000 abitanti, Bitonto non è una città piccola, e la presenza delle librerie sensibilizza sempre di più. Se ci fossero cento librerie a Bitonto, io ne sarei decisamente felice perché, come diceva Victor Hugo, le librerie combattono le villanie, sono uno squarcio. Sono una società che rinasce, insomma”.
Questo senso di rinascita e di appartenenza è palpabile tra gli scaffali della libreria, in tutti i libri scelti personalmente da Gianluca (“non li ho letti tutti, sarebbe complesso, però molti sì”, mi dice) che, insieme ad ogni presentazione organizzata e a tutte le conversazioni tra lettori diventano parte di un mosaico più grande, quello della cultura condivisa. Gianluca non è solo un libraio, ma un facilitatore di connessioni umane, di momenti di crescita collettiva.
E proprio questo mosaico di cultura e umanità è ciò che rende la Libreria del Teatro un luogo unico. Non è solo una libreria, ma un crocevia di lettura, esperienze, riflessioni, un luogo dove tradizione e innovazione si intrecciano, dando vita a uno dei capisaldi della cultura cittadina. Come scrive Zafón, “Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto e vissuto e sognato”. Ma, nel nostro caso, i libri della Libreria del Teatro posseggono anche l’anima di chi li accoglie, prima che trovino una casa definitiva nelle mensole dei bitontini.