Lo abbiamo sentito e risentito mille e più volte. Letto e riletto ovunque: giornali, riviste, social network. Forse anche noi stessi lo abbiamo ripetuto cercando di riuscire più simpatici e acculturati in una conversazione. Quante volte ci si è imbattuti nella frase: “E così torniamo al Medioevo”, “E’ proprio come nel Medioevo”, in un’accezione platealmente negativa? Tante, troppe volte. E’ ora di dire basta. Il giudizio che la maggior parte delle persone ha di questa epoca storica, tradizionalmente collocata fra il 476 d.C. ovvero la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, e il 1492, cioè la scoperta dell’America, si rivela così erroneo e infondato da un punto di vista storico-scientifico. Basterebbe fermarsi e riflettere un po’, chiedendo soccorso alla logica, anzichè veicolare e ripetere falsi luoghi comuni che consegnano alla società una visione distorta del passato: e’ mai possibile che in un periodo storico così ampio, in più di dieci secoli, ovvero un millennio, l’Europa sia rimasta statica, decadente e ignorante? Possibile che in mille anni ci siano state solo epidemie, superstizione, morte e sofferenza?
E’ ovvio che si tratta di una visione semplificata e sbagliata della realtà storica, che, a quanto pare, è dura a morire. Alcuni storici hanno cercato di spiegare come mai proprio il Medioevo sia stato oggetto di una così ingenerosa rievocazione: tanto per fare un esempio, Giuseppe Sergi, storico e professore di storia medievale all’università di Torino, ha individuato nella cosiddetta “deformazione prospettica” il problema di fondo. Di cosa si tratta? Di un errore di giudizio che ci fa interpretare gli ultimi secoli del medioevo, in particolare il ‘300, come cartina al tornasole di un’intera epoca. In poche parole, il ‘300 è stato un secolo di crisi: epidemie di peste hanno decimato la popolazione, innescando un circolo vizioso che ha prodotto un clima di pesante pessimismo. Nel corso del tempo, si è teso ad estendere questa visione negativa non solo al ‘300, ma all’intero medioevo, in una evidente distorsione della prospettiva storica. E non solo.
I giudizi pesantemente negativi nei confronti del Medioevo sono figli di una particolare evoluzione della storia delle idee e della cultura. L’Umanesimo e il Rinascimento fondano la propria novità rispetto al Medioevo con larivalorizzazione dei classici latini e greci, che divengono il principale modello di perfezione e quindi riferimento per gli artisti di questo periodo storico. In questo richiamo all’età antica, ossia a quella precedente alla caduta dell’impero romano d’occidente del 476, si svalorizza il Medioevo, considerato come un intermezzo non desiderato, dominato dalla superstizione e dalla decadenza. Concezione negativa rafforzata dall’Illuminismo, età della ragione che cerca di imbrigliare, svalutandolo, tutto ciò che è religione e ignoranza, Medioevo compreso quindi.
Ma pur senza andare a scomodare professori ed esperti del settore, per confutare questa ingiusta definizione del Medioevo basta guardarsi attorno, anche qui in Puglia. Prendiamo Castel del Monte. Bene protetto dall’Unesco, il celebre castello voluto da Federico II fu costruito proprio nel 1240 ed è solamente una delle tante meraviglie che il Medioevo ha consegnato alla storia. Allontanandoci, ma non troppo, incontriamo infatti le affascinanti architetture della cultura islamica e le case a graticcio di Francoforte. Per non parlare poi della formazione dei comuni e delle forme embrionali degli stati nazionali. Questi sono solamente alcuni degli esempi che dovrebbero far storcere il naso a chi legge di Medioevo come “epoca buia”.