A maggio, sono ripartite le Invasioni Rurali del Gal Fior d’Olivi, con una serie di
incontri che hanno chiamato a raccolta imprenditori agricoli, commercianti,
beneficiari, soci e cittadini di Bitonto, Giovinazzo e Terlizzi per presentare
il Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020e progettare insieme il nuovo Piano di
Azione Locale del territorio.
Ieri, all’interno del
Torrione Angioino, è partito l’ultimo step con un incontro monotematico sui sistemi produttivi, le energie rinnovabili
e le smart communities.
«Lo scopo sarà quello di raccogliere idee, proposte e fabbisogni –ha
definito, così, l’incontro Pasquale
Scivittaro, responsabile della comunicazione del Gal Fior d’Olivi- dagli imprenditori e soci per un nuovo Piano
d’Azione Locale e in virtù del progetto che presenteremo in Regione entro il 15
settembre».
E così è stato. A
raccogliere le risposte dei presenti ha provveduto Francesca Schiavone, che lavora per Agriplan e collabora con il Gal.
Sono stati delineati più
aspetti negativi dell’attuale realtà territoriale e li si cerca di interpretare
come trampolino di lancio verso qualcosa di migliore.
Si è evinto che manca la
sicurezza, c’è poca fruibilità dei monumenti, dispersione dei finanziamenti,
poco sistema tra le imprese, un’incapacità turistica di accoglienza, tanta
concorrenza o grande difficoltà per il parcheggio.
La realtà, tuttavia, non è
così grigia e bigia. Il turismo è la vetrina del nostro territorio, abbiamo
numerose imprese specializzate nel campo e siamo inclusi in due aree protette.
Quello di cui ha bisogno il
nostro territorio è il sapersi diversificare nell’azione, il qualificare il
proprio servizio con annessa e opportuna incentivazione economica, capire anche
cosa si intenda per qualità attraverso dei corsi per i consumatori, lavorare
sulla sicurezza e sui posti auto.
Non sono mancate le proposte
come quella di creare servizi turistici (in riferimento alla Lama Balice, ad
esempio) o degli standard comuni per l’accoglienza.
Per gli imprenditori locali,
il Gal dovrebbe porsi come punto di aggregazione, selezione, costruzione dei
sistemi turistici, ma anche come centro d’informazione.
In realtà, non è questo che
manca essendo l’azienda funzionale a segnalare le opportunità, facilitare
l’utilizzo dei finanziamenti e accompagnare le imprese nel loro sviluppo, le
stesse che devono, poi, essere in grado di reggersi in piedi da sole.
Bisogna creare delle smart
communities, cioè fare in modo che i diversi settori produttivi possano
contaminarsi e rispondere concretamente alle sfide sociali, ambientali,
sanitarie, urbanistiche e socio-economiche. I primi passi per questo sono,
appunto, l’ascolto delle esigenze e l’attivare le fasce giovanili delle
comunità locali per accrescere la cultura d’impresa.
L’Unione Europea ha fornito
ai Gal dei finanziamenti, i quali devono essere ancora quantificati e adattati
ai fabbisogni del territorio.
«Abbiamo l’esigenza di creare un territorio coerente –ha aggiunto Pasquale Brandi, tecnico del Gal- per la nuova progettualità. Si sono aggiunti
nuovi soci, quali i comuni di Palo del Colle, Binetto e Grumo Appula
nell’ottica di un investimento su un sistema in rete. Creeremo nuove sinergie,
stimoleremo l’aumento della professionalità e della dotazione delle varie
strutture territoriali ed elaboreremo una strategia per passare ad azioni
concrete».
L’amministrazione comunale
appoggia tali intenti. «Dopo anni in cui
abbiamo investito sull’idea di un sistema culturale-turistico che possa avere
riscontri sul piano commerciale –ha dichiarato Rocco Rino Mangini, assessore al marketing territoriale-, qualche frutto sull’albero si inizia a
vedere. Il mio invito è quello di uscire dal mero provincialismo e dalla
competizione non costruttiva per sfruttare le potenzialità del territorio e
investire sul sistema facendo rete».