“Rifiutando. Fiabe per adulti”, tra le righe dell’autrice e docente bitontina Cecilia Petta c’è un messaggio forte, ben preciso e molto attuale rivolto alla città: «Oggi non c’è rispetto per l’ambiente. I cittadini devono tornare ad abitare i propri luoghi e a conoscerne il valore». Sono queste le parole che, domenica scorsa, hanno catturato l’attenzione dei presenti alla terza presentazione del primo libro dell’autrice. Si è svolta a MariArte, la casa delle arti in via Pietro Ravanas, con la collaborazione di Okiko The Drama Company. È stato un incontro letterario, moderato da Maria Cucinella (presidente di MariArte) e Giuseppina Cucinella e volto al confronto e alla riflessione su diverse tematiche: il problema dei rifiuti, il dramma dei migranti e dei senza tetto, la pirateria informatica e i diritti delle donne. Per ciascuna di queste vi è una storia da raccontare. Alcune, domenica, sono state lette e interpretate da Rosa Masellis, Valeria Summo e Michele D’Amore, attori della compagnia teatrale Okiko. E il file rouge delle storie è nel verbo rifiutare che può avere tanti significati. L’autrice ha scelto il più dispregiativo: produrre i rifiuti. La prima cosa che può venire in mente con queste parole è il fatto che si passeggia spesso per campagne e strade sporche e si è pronti quasi sempre a puntare il dito verso l’altro, invece che verso se stessi. È più facile guardare, ammirare e rispettare “il giardino del proprio vicino”, piuttosto che recuperare e valorizzare il proprio. C’è chi ci prova, chi ha voglia di un cambiamento positivo in un mondo frenetico e sempre più consumistico. «Ho cercato di dare voce al cittadino arrabbiato, responsabile, a chi guarda al futuro –ha precisato Cecilia Petta- e ci fa ancora ben sperare che le cose possano migliorare». Ma oltre che dei rifiuti materiali e industriali, nel libro si dà spazio anche a quelli che vengono riservati a e dall’uomo. È bello, ad esempio, il rifiuto di Aisha, una donna afghana, innamorata dell’amore, della vita, ma ingabbiata in un mondo che voleva si prostituisse e andasse in moglie ad un uomo da lei non scelto. La musica l’ha salvata dalle barbarie di questa sottomissione che le è costata tanto dolore, scottante come il ferro da stiro con cui racconta di essere stata sfregiata. Fondare una band le ha dato la forza di rifiutare e il diritto di essere libera. Questa storia è una rivisitazione di una fiaba di “Le mille e una notte” (la più famosa raccolta di novelle, scritte in arabo e poi tradotte, che raccontano il mito dell’Oriente). I 15 racconti di “Rifiutando” spaziano dal reportage giornalistico al genere, appunto, della fiaba. La scelta di questo espediente letterario risponde alla volontà di recuperare il valore della narrazione e di lanciare un messaggio, riservare una morale al lettore. Il libro di Cecilia Petta, scritto in un linguaggio semplice e scorrevole, ha allora un valore istruttivo. Non a caso è letto dagli studenti della scuola elementare “N. Fornelli” di Bitonto. Ma il target dei lettori non si ferma a questa fascia d’età. Dalle pagine della docente tutti possono trarne un insegnamento, un monito, la forza di recuperare il territorio che va rispettato.
“Rifiutando. Fiabe per adulti”, tra le righe dell’autrice e docente bitontina Cecilia Petta c’è un messaggio forte, ben preciso e molto attuale rivolto alla città: «Oggi non c’è rispetto per l’ambiente. I cittadini devono tornare ad abitare i propri luoghi e a conoscerne il valore». Sono queste le parole che, domenica scorsa, hanno catturato l’attenzione dei presenti alla terza presentazione del primo libro dell’autrice. Si è svolta a MariArte, la casa delle arti in via Pietro Ravanas, con la collaborazione di Okiko The Drama Company. È stato un incontro letterario, moderato da Maria Cucinella (presidente di MariArte) e Giuseppina Cucinella e volto al confronto e alla riflessione su diverse tematiche: il problema dei rifiuti, il dramma dei migranti e dei senza tetto, la pirateria informatica e i diritti delle donne. Per ciascuna di queste vi è una storia da raccontare. Alcune, domenica, sono state lette e interpretate da Rosa Masellis, Valeria Summo e Michele D’Amore, attori della compagnia teatrale Okiko. E il file rouge delle storie è nel verbo rifiutare che può avere tanti significati. L’autrice ha scelto il più dispregiativo: produrre i rifiuti. La prima cosa che può venire in mente con queste parole è il fatto che si passeggia spesso per campagne e strade sporche e si è pronti quasi sempre a puntare il dito verso l’altro, invece che verso se stessi. È più facile guardare, ammirare e rispettare “il giardino del proprio vicino”, piuttosto che recuperare e valorizzare il proprio. C’è chi ci prova, chi ha voglia di un cambiamento positivo in un mondo frenetico e sempre più consumistico. «Ho cercato di dare voce al cittadino arrabbiato, responsabile, a chi guarda al futuro –ha precisato Cecilia Petta- e ci fa ancora ben sperare che le cose possano migliorare». Ma oltre che dei rifiuti materiali e industriali, nel libro si dà spazio anche a quelli che vengono riservati a e dall’uomo. È bello, ad esempio, il rifiuto di Aisha, una donna afghana, innamorata dell’amore, della vita, ma ingabbiata in un mondo che voleva si prostituisse e andasse in moglie ad un uomo da lei non scelto. La musica l’ha salvata dalle barbarie di questa sottomissione che le è costata tanto dolore, scottante come il ferro da stiro con cui racconta di essere stata sfregiata. Fondare una band le ha dato la forza di rifiutare e il diritto di essere libera. Questa storia è una rivisitazione di una fiaba di “Le mille e una notte” (la più famosa raccolta di novelle, scritte in arabo e poi tradotte, che raccontano il mito dell’Oriente). I 15 racconti di “Rifiutando” spaziano dal reportage giornalistico al genere, appunto, della fiaba. La scelta di questo espediente letterario risponde alla volontà di recuperare il valore della narrazione e di lanciare un messaggio, riservare una morale al lettore. Il libro di Cecilia Petta, scritto in un linguaggio semplice e scorrevole, ha allora un valore istruttivo. Non a caso è letto dagli studenti della scuola elementare “N. Fornelli” di Bitonto. Ma il target dei lettori non si ferma a questa fascia d’età. Dalle pagine della docente tutti possono trarne un insegnamento, un monito, la forza di recuperare il territorio che va rispettato.
“Rifiutando. Fiabe per adulti”, tra le righe dell’autrice e docente bitontina Cecilia Petta c’è un messaggio forte, ben preciso e molto attuale rivolto alla città: «Oggi non c’è rispetto per l’ambiente. I cittadini devono tornare ad abitare i propri luoghi e a conoscerne il valore». Sono queste le parole che, domenica scorsa, hanno catturato l’attenzione dei presenti alla terza presentazione del primo libro dell’autrice. Si è svolta a MariArte, la casa delle arti in via Pietro Ravanas, con la collaborazione di Okiko The Drama Company. È stato un incontro letterario, moderato da Maria Cucinella (presidente di MariArte) e Giuseppina Cucinella e volto al confronto e alla riflessione su diverse tematiche: il problema dei rifiuti, il dramma dei migranti e dei senza tetto, la pirateria informatica e i diritti delle donne. Per ciascuna di queste vi è una storia da raccontare. Alcune, domenica, sono state lette e interpretate da Rosa Masellis, Valeria Summo e Michele D’Amore, attori della compagnia teatrale Okiko. E il file rouge delle storie è nel verbo rifiutare che può avere tanti significati. L’autrice ha scelto il più dispregiativo: produrre i rifiuti. La prima cosa che può venire in mente con queste parole è il fatto che si passeggia spesso per campagne e strade sporche e si è pronti quasi sempre a puntare il dito verso l’altro, invece che verso se stessi. È più facile guardare, ammirare e rispettare “il giardino del proprio vicino”, piuttosto che recuperare e valorizzare il proprio. C’è chi ci prova, chi ha voglia di un cambiamento positivo in un mondo frenetico e sempre più consumistico. «Ho cercato di dare voce al cittadino arrabbiato, responsabile, a chi guarda al futuro –ha precisato Cecilia Petta- e ci fa ancora ben sperare che le cose possano migliorare». Ma oltre che dei rifiuti materiali e industriali, nel libro si dà spazio anche a quelli che vengono riservati a e dall’uomo. È bello, ad esempio, il rifiuto di Aisha, una donna afghana, innamorata dell’amore, della vita, ma ingabbiata in un mondo che voleva si prostituisse e andasse in moglie ad un uomo da lei non scelto. La musica l’ha salvata dalle barbarie di questa sottomissione che le è costata tanto dolore, scottante come il ferro da stiro con cui racconta di essere stata sfregiata. Fondare una band le ha dato la forza di rifiutare e il diritto di essere libera. Questa storia è una rivisitazione di una fiaba di “Le mille e una notte” (la più famosa raccolta di novelle, scritte in arabo e poi tradotte, che raccontano il mito dell’Oriente). I 15 racconti di “Rifiutando” spaziano dal reportage giornalistico al genere, appunto, della fiaba. La scelta di questo espediente letterario risponde alla volontà di recuperare il valore della narrazione e di lanciare un messaggio, riservare una morale al lettore. Il libro di Cecilia Petta, scritto in un linguaggio semplice e scorrevole, ha allora un valore istruttivo. Non a caso è letto dagli studenti della scuola elementare “N. Fornelli” di Bitonto. Ma il target dei lettori non si ferma a questa fascia d’età. Dalle pagine della docente tutti possono trarne un insegnamento, un monito, la forza di recuperare il territorio che va rispettato.
“Rifiutando. Fiabe per adulti”, tra le righe dell’autrice e docente bitontina Cecilia Petta c’è un messaggio forte, ben preciso e molto attuale rivolto alla città: «Oggi non c’è rispetto per l’ambiente. I cittadini devono tornare ad abitare i propri luoghi e a conoscerne il valore». Sono queste le parole che, domenica scorsa, hanno catturato l’attenzione dei presenti alla terza presentazione del primo libro dell’autrice. Si è svolta a MariArte, la casa delle arti in via Pietro Ravanas, con la collaborazione di Okiko The Drama Company. È stato un incontro letterario, moderato da Maria Cucinella (presidente di MariArte) e Giuseppina Cucinella e volto al confronto e alla riflessione su diverse tematiche: il problema dei rifiuti, il dramma dei migranti e dei senza tetto, la pirateria informatica e i diritti delle donne. Per ciascuna di queste vi è una storia da raccontare. Alcune, domenica, sono state lette e interpretate da Rosa Masellis, Valeria Summo e Michele D’Amore, attori della compagnia teatrale Okiko. E il file rouge delle storie è nel verbo rifiutare che può avere tanti significati. L’autrice ha scelto il più dispregiativo: produrre i rifiuti. La prima cosa che può venire in mente con queste parole è il fatto che si passeggia spesso per campagne e strade sporche e si è pronti quasi sempre a puntare il dito verso l’altro, invece che verso se stessi. È più facile guardare, ammirare e rispettare “il giardino del proprio vicino”, piuttosto che recuperare e valorizzare il proprio. C’è chi ci prova, chi ha voglia di un cambiamento positivo in un mondo frenetico e sempre più consumistico. «Ho cercato di dare voce al cittadino arrabbiato, responsabile, a chi guarda al futuro –ha precisato Cecilia Petta- e ci fa ancora ben sperare che le cose possano migliorare». Ma oltre che dei rifiuti materiali e industriali, nel libro si dà spazio anche a quelli che vengono riservati a e dall’uomo. È bello, ad esempio, il rifiuto di Aisha, una donna afghana, innamorata dell’amore, della vita, ma ingabbiata in un mondo che voleva si prostituisse e andasse in moglie ad un uomo da lei non scelto. La musica l’ha salvata dalle barbarie di questa sottomissione che le è costata tanto dolore, scottante come il ferro da stiro con cui racconta di essere stata sfregiata. Fondare una band le ha dato la forza di rifiutare e il diritto di essere libera. Questa storia è una rivisitazione di una fiaba di “Le mille e una notte” (la più famosa raccolta di novelle, scritte in arabo e poi tradotte, che raccontano il mito dell’Oriente). I 15 racconti di “Rifiutando” spaziano dal reportage giornalistico al genere, appunto, della fiaba. La scelta di questo espediente letterario risponde alla volontà di recuperare il valore della narrazione e di lanciare un messaggio, riservare una morale al lettore. Il libro di Cecilia Petta, scritto in un linguaggio semplice e scorrevole, ha allora un valore istruttivo. Non a caso è letto dagli studenti della scuola elementare “N. Fornelli” di Bitonto. Ma il target dei lettori non si ferma a questa fascia d’età. Dalle pagine della docente tutti possono trarne un insegnamento, un monito, la forza di recuperare il territorio che va rispettato.