Un quintetto jazz, una voce recitante, una ben calibrata incursione poetica ed ecco l’insondabile malìa di una fiaba musicale prendere corpo, en plein air, nell’impassibile geometria di una piazza di paese. Siamo a Mariotto, dove ieri sera si è inscenata la favola in musica “Pierino e il lupo”, scritta nel 1936 dal compositore russo Sergej Prokof’ev.
L’evento, ideato da Silvana Kühtz (Poesia in Azione) e dal musicista Ettore Fioravanti, è stato organizzato con la collaborazione della Fondazione Puglia e la partecipazione dell’I.C. “don Tonino Bello” di Palombaio e Mariotto.
Si fa presto ad entrare in sintonia con il connubio dei ritmi sincopati del Jazz con un racconto favolistico che ha l’incedere della narrazione ed il sospiro di una nota poetica.
Fiaba e musica diventano una sola esperienza sensoriale, simile ad un gioco d’immaginazione che i bambini fanno proprio con l’ascolto e che alimentano con quella particolare poesia che solo gli occhi sanno esprimere e che si chiama meraviglia.
Associare ad ogni nota, ad ogni ritmo, ad ogni strumento il carattere e le azioni di un determinato personaggio della fiaba è l’autentico divertissement che lega, in un intimo fil rouge, recitazione, suono e ascolto, e che avvince bambini e adulti. Persino l’allegoria del buono e del cattivo fa un passo indietro rispetto a tale, divertito approccio, e rispetto ad una sensibilità poetica che fa aggio su tutta la narrazione “rilegando” il testo come fosse una malta capace di tenere insieme creazione e fruizione, unendo lo spartito delle emozioni alle alterne vicende quotidiane.
In Pierino è la pienezza della vita che chiede d’esser vissuta (ensemble degli strumenti) in un concerto di buone azioni ed errori, di curiosità e appagamento, di stupore e disincanto. In fondo, Pierino è un po’ tutti gli altri personaggi: è un po’ Papera e un po’ Gatto, un po’ Uccellino e un po’ Lupo, ed è persino, in pectore, il suo stesso Nonno che lo ammonisce e lo protegge.
Ecco, fiaba musica e poesia sanno essere vettori di una socialità che non può che essere ossequio alla creatività e all’individualità di ciascuno.
A fare da sfondo alla scena della casa con grande giardino, circondato da un muro, e di prati ed alberi e stagni, di una buia foresta e di un cancello che si apre al mondo, raccontate con voce appassionata da Silvana Kühtz, la pregevolissima performance dei jazzisti Ettore Fioravanti alla batteria, che ha ri-arrangiato l’opera, Giorgio Vendola al contrabbasso, Francesco Schepisi al piano, Nicola Pisani ai sax baritono e soprano, Gaetano Partipilo al sax alto.
« Ho grande fiducia che il teatro e la musica possano portare trasformazione nel territorio. È nata così quest’idea » – dice la Kühtz a fine spettacolo – « Una delle prime cose di “Pierino e il lupo” è di avvicinare i ragazzi agli strumenti: oggi c’erano dei bambini che, a sentire la batteria, sono saltati sulla sedia, perché probabilmente la batteria suonata così da vicino non l’avevano mai sentita; e poi si è creata la curiosità, un avvicinamento agli strumenti che poi potrebbero imparare a suonare ».
Se la musica ha il potere, e ce l’ha, di saper creare ideali concordanze tra suoni e immagini, educare alla musica e a questa sua capacità evocativa, è per tutti, scuola e società civile, un impegno da prendere molto sul serio.