È, indubbiamente, una delle parti, nella sua breve carriera cinematografica, più ricordate, anche perché ben si inserisce nel contesto di una delle saghe cinematografiche più celebri del cinema italiano, quella dell’ingegner Fantozzi. Parliamo qui del ragionier Fonelli, che, in quell’inno alla mediocrità che è l’universo che ospita le vicende dello sfortunato Ugo, ben si inserisce e ben si adatta.
È interpretato da Michele Mirabella è, nell’azienda dove Fantozzi lavora, è un dipendente per nulla rispettato dai suoi colleghi di pari grado. È un grande appassionato di atletica leggera e, come racconta la voce fuori campo di Villaggio, «da giovane era stato uno scadente quattrocentista».
Da tempo cercava invano, in “Fantozzi subisce ancora”, quarto episodio della saga, di organizzare meeting aziendali per promuovere il suo sport preferito nell’azienda. Ma il non aver posizioni di rilievo, non lo aveva, fino a quel momento, aiutato. È costretto, infatti, a subire le vessazioni dei suoi colleghi, a cominciare da Fantozzi, Filini e Calboni (per la prima volta interpretato da Riccardo Garrone e non più da Giuseppe Anatrelli, deceduto). Lo scherzo di cui è sempre vittima è il “lancio dello stronzo”, che consiste nel circondare e sollevare, in gruppo, il povero malcapitato e lanciarlo ripetutamente per aria.
«Andate, andate a giocare a pallone, che non fa neanche bene alla salute. Andate allo stadio a vedere le vostre partite di calcio, tanto non capite niente. L’atletica è la regina degli sport» è il rimprovero vano dato ai colleghi bulli, prima di ricevere, in risposta, una sonora pernacchia.
Tutto cambia quando, «attraverso una serie di ricatti, di spiate, di adesioni alla mafia, alla camorra, alla P2 e con quattro abbonamenti a vita a Famiglia Cristiana», l’inoffensivo e dimesso ragionier Fonelli viene nominato improvvisamente megadirettore naturale del personale «con il nome di Cobram II». I suoi colleghi che prima lo vessavano, iniziano a temerlo e a mostrarsi servili e lui, come tutti coloro che, nell’universo fantozziano, hanno ruoli apicali nell’azienda, inizia ad essere odioso e a trattare i dipendenti senza alcun rispetto. Inizia a trattarli come inferiori e ad etichettarli come “cari sottoposti”. E, cosa ancor più grave, li costringe a partecipare alle tanto agognate olimpiadi aziendali, che saranno teatro di tante gag divertenti.
«Ero molto bravo. Ci credevo in quel ruolo. Era difficile, molto difficile. Ci voleva un atteggiamento particolare e quelli che erano stati scritturati fino a quel momento erano troppo attori. Io recitavo talmente bene, da sembrare che non recitassi. Fu durante una cena, che Paolo Villaggio mi disse: “Tu sei Fonelli”» racconta Mirabella, ricordando come si divertì nei panni di un personaggio “negativo”, odioso: «Mi divertii moltissimo, perché è divertente fare il ruolo dell’antipatico. Quelle del buono vengono chiamate “parti tinche”, come la tinca, un pesce che ha sempre la stessa faccia. Il buono, generalmente, è una parte che non passa lo schermo, a meno che non sia De Sica, Rossellini, Lizzani. Il cattivo, invece, lo ricordi sempre. Il vero attore bravo, nei film di Sergio Leone, era Gian Maria Volontè, non Clint Eastwood, che aveva due facce, una con il cappello e una senza»
Citazione, quest’ultima, dello stesso Sergio Leone, che dell’attore statunitense, disse «Clint Eastwood mi piace perchè è un attore che ha solo due espressioni: una con il cappello e una senza cappello».