Venerdì 30 luglio alle ore 11.00 sarà aperta al pubblico la nuova sala delle collezioni del Novecento della Galleria nazionale della Puglia.
Grazie ad un inedito allestimento degli spazi dell’ultimo piano del museo, progettato da Nuccia Barbone Pugliese, Direttrice della Galleria nazionale della Puglia, con la collaborazione di Isacco Cecconi, funzionario storico dell’arte, ed eseguito dalla ditta Sistemalab di Altamura, è stato possibile realizzare un nuovo percorso di visita dedicato alle opere del Novecento che sono state acquisite negli anni per merito delle donazioni della famiglia Devanna. L’obiettivo è quello di garantire al pubblico una rinnovata offerta culturale in grado di stimolare la riflessione e il dibattito intorno ad alcuni dei molteplici indirizzi che hanno sostanziato l’arte del secolo breve.
Il percorso si apre con opere create sul limitare del nuovo secolo o già pienamente novecentesche, ma che presentano caratteristiche ideali e formali in continuità con i movimenti e le esperienze artistiche maturate nell’Ottocento. Si pensi alle opere profondamente legate alla matrice simbolista: il bozzetto preparatorio Nel mare è il certame dei Regni di Adolfo De Carolis (1874-1928) per la rivista «Il Regno» che trae ispirazione dall’universo dannunziano; la fantasia mitologica dal sapore mitteleuropeo di Paesaggio con centauri di Plinio Nomellini (1866-1943); la misticità a tratti secessionista degli studi grafici di Adolfo Wildt (1868-1931).
Mondi nuovi però si affacciano in quei primi fervidi anni di inizio secolo: lo spirito di libertà lo si percepisce nel fresco approccio allo studio dal vero nel Nudo femminile del giovane Man Ray (1890-1976) realizzato nel 1912 quando l’artista frequentava l’antidogmatico Ferrer Center di New York. La sala accoglie quindi l’esperienza d’avanguardia del futurismo italiano. Tra le molte opere si segnala la recente acquisizione di Ritmi dinamici curvilinei scattanti di Giacomo Balla (1871-1958), tempera dall’innovativo formato quadrato risalente agli anni Venti, probabile progetto per foulard o per piastrelle ispirato a modelli francesi e che costituisce un esempio della vastità di orizzonti creativi dell’artista torinese.
Alla rigenerata temperie del secondo dopoguerra ci introduce Donna che si spoglia di Leoncillo Leonardi (1915-1968), opera su carta databile al 1949-1950 che cromaticamente aderisce in maniera programmatica al neo-cubismo riletto con accenti astratti. Il fervore e le potenzialità insite nell’arte italiana degli anni Sessanta sono ben rappresentati da Macchia di Pino Pascali (1935-1968), china su acetato del 1963 pensata per un programma pubblicitario della Rai: si rimane affascinati dalla sintetica componente gestuale unita ad un prodotto creativo elaborato per la nascente cultura mediatica di massa. Più concettuale e rivolta alla riflessione sul ruolo creativo e sociale dell’artista è invece l’opera The Loneliness of a Brooklyn Poet di Jannis Kounellis (1936-2017), traccia di un’esposizione newyorkese del 1975 presso la Galleria Sonnabend.
Chiude idealmente il percorso un’artista che ha attraversato con la sua vita creativa l’intero secolo. Si tratta di Beatrice Wood (1893-1998), americana nella ruggente Parigi degli anni Dieci del secolo e poi sodale a New York di Marcel Duchamp. La Galleria ha acquisito un consistente nucleo di suoi disegni che permette di coprire l’intero arco cronologico della sua esperienza. Per quest’occasione si è scelto Harrasement del 1992, capace di sintetizzare il particolare sguardo sempre ironico e pungente sui rapporti di genere.