Sarà una festa patronale sobria e
modesta, quella che vivrà Mariotto in questi giorni.
Una scelta che nasce non solo da cause
contingenti, cioè in ragione dei pochi fondi raccolti dal Comitato Festa
Patronale, ma soprattutto da un sentire profondo e da una riflessione
alimentata nell’intimità dei cuori.
Infatti, per il parroco della chiesa
Maria SS. Addolorata e per una parte della comunità mariottana, una festa
oltremodo sfarzosa non sarebbe stata in sintonia con l’oscurità più abietta di
questa società.
Vale a dire, con gli occhi spenti dei
cinquantenni che hanno perduto un lavoro, con il capo chino e dimesso di
giovani troppo sottostimati.
E così, sebbene Mariotto non viva una
realtà esageratamente disperante, la scelta della sobrietà si rendeva
necessaria e va a incanalarsi in un sentimento più generale e collettivo.
“Ho voluto una festa modesta”,
spiega don Emanuele Spano, “che fosse in linea con la crisi
economica che la nostra società sta vivendo. Di conseguenza, ho preferito
puntare non tanto sulla festa in sé, quanto sulla preparazione ad essa attraverso
la peregrinatio Mariae”.
Il riferimento è al pellegrinaggio che
la patrona ha percorso nelle scorse settimane per le strade del paese, immagine
di una Chiesa itinerante e missionaria.
E lo scopo dell’iniziativa era proprio
quello di esaltare e far pregustare il giorno della festività, come nel celebre
componimento leopardiano.
“Secondo me la vera festa è stata
quella”, continua il parroco, “non ho mai visto tanti mariottani pregare
come in quei giorni. Ma è stato un momento importante anche da un punto di
vista antropologico, perché la gente ha potuto condividere ore si semplice
convivialità e riscoprirsi comunità”.
Eppure, a guardar bene, a questa festa
patronale non mancherà proprio nulla e, pertanto, qualsiasi discorso assume i
connotati di un’inutile giustificazione aprioristica.
Infatti, a quanto pare la parrocchia ha
potuto provvedere da sé ai fiori, alla banda e pure ai fuochi pirotecnici.
Mentre dell’aspetto ludico si è fatta
carico l’amministrazione comunale, che ha gentilmente offerto al paese due
spettacoli musicali.
Dunque, solo le luminarie lasciano un
po’ a desiderare e qualche fedele è già pronto a fare di questa inezia un
affare di stato.
Dimenticando, forse, che santi e madonne
non hanno bisogno di luce artificiale perché sono essi stessi scie di
bagliore…