Venerdi 19
Febbraio, la compagnia amatoriale “attoRematto” ha debuttato al teatro comunale
di Bitonto Tommaso Traetta con “Le città invisibili” di Italo Calvino, nella
programmazione della stagione “Off”. La pièce con adattamento e regia di
Cecilia MAGGIO, musiche di Savino VALERIO con la collaborazione per il movimento scenico di Milena ACHILLE e
l’actor trainer Francesco MITOLO.
La compagnia
teatrale amatoriale “attoREmatto” nasce nel 2012 nella scuola di
formazione artistica VS Academy. Il gruppo promuovere un teatro che forma:
in primis gli attori in scena.“attoREmatto” è
formata da giovani artisti bitontini che si approcciano didatticamente
all’opera attraverso una lettura e studio della piéce attraverso un processo di
attualizzazione del testo. In scena il giovane Vincenzo BERARDI e Simone
DELVINO, nei ruoli di Kublai Kan e Marco Polo, accompagnati da Fabiola ARESTA, Irene
BERARDI, Annalisa CICCIOMESSERE, Danilo MINGIRULLI, Francesca Pia MURGOLO,
Valeria De PINTO e Arianna RUCCI a rappresentare alcune delle cinquantacinque
città dell’opera.
Il sipario si apre
in un aeroporto dove i voli sono stati
tutti cancellati. L’eccessiva comunicazione, il tentativo di cercare soluzioni
alternative, genera caos e poi l’amara conclusione che bisognerà trascorrere la
notte in aeroporto. La rabbia , la polemica, la ricerca di un responsabile fa
posto a una immediata giustificazione:
la corruzione.
Nel caos,
l’incontro tra due viaggiatori Marco e Kublai che decidono di impiegare il loro
tempo in una partita a scacchi e di qui il racconto…
La descrizione di
città reali, immaginarie e complesse, che riflettono il disordine della
realtà. Il giovane viaggiatore
attraverso il racconto dei suoi viaggi tenta di dare un ordine al caos del reale e spiegare che “nell’inferno che abitiamo tutti i
giorni…” ci sono due modi per non soffrirne:
Il primo è accettare l’inferno, diventandone parte fino al punto di non
vederlo più; Il secondo è cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo
all’inferno, non è inferno, e farlo
durare e dargli spazio.
Ma… queste città,
rappresentate da donne, sono anche
sogni, come dice Marco Polo: “tutto l’immaginabile
può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio, oppure il suo rovescio, una
paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro
regole assurde, le prospettive ingannevoli,
e ogni cosa ne nasconde un’altra”.
La realtà perde la
sua concretezza e diventa fluida e puramente mentale, si realizza nella
fantasia.