«E poi ti dicono “Tutti sono uguali,
Tutti rubano alla stessa maniera”.
Ma è solo un modo per convincerti
A restare chiuso dentro casa quando viene la sera».
Versi che, in tempi di disinteresse, di retorica antipolitica, appaiono molto odierni, ma che Francesco De Gregori scrisse nel 1985, per il brano “La storia”, prima traccia dell’album “Scacchi e tarocchi”.
E sono in tanti a non essere restati chiusi dentro casa ieri sera. Il concerto del cantautore romano ha registrato sold out, come del resto era ben prevedibile. Mentre De Gregori si esibiva sul palco allestito nella masseria Lama Balice, in occasione dell’ultimo appuntamento bitontino del Luce Music Festival 2021, in tantissimi hanno cantato quelle canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana. Un pubblico variegato, di generazioni diverse, unite da quelle note e da quei testi. Unite da quei brani densi di significato, come, appunto, il già citato “La storia”, brano in cui il cantautore denunciava il dilagante disinteresse verso la collettività e il crescente individualismo, il menefreghismo ancora oggi imperante, che fa sì che la gente, vedendo un marciapiede pieno di siringhe, non denunci ma pensi: «Non mi riguarda finché mio figlio non si punge lì, giocando». Una canzone che, dunque, come spiegò lo stesso cantante, era una chiamata all’impegno, perché «se non siamo noia a fare la storia è lei che fa noi, che ci toglie la sedia da sotto il culo, brucia le nostre stanze, ci dà ogni giorno torto o ragione».
O, ancora, brani come “La leva calcistica del ‘68”, canzone a tema solo apparentemente calcistico, dove il cantautore, sfruttando la metafora sportiva, rende omaggio ai ragazzi del ’68, alle loro speranze sconfitte, alla loro rassegnazione. Rende omaggio ai vinti, agli sconfitti dalla vita e dalla storia, a quei «giocatori tristi che non hanno vinto mai ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro. E adesso ridono dentro al bar e sono innamorati da dieci anni con una donna che non hanno amato mai». E invita a provarci, ad impegnarsi, nonostante il rischio di «sbagliare un calcio di rigore», perché «non è da questi particolari che si giudica un giocatore».
In un’ora e mezza di concerto De Gregori, alla sua prima data pugliese del “De Gregori & Band Live – Greatest Hits”, ha ripercorso la sua storia artistica, cantando i suoi più grandi successi, da “La donna cannone” a “Rimmel”, da “Buonanotte fiorellino” ad “Alice”, da “Cercando un altro Egitto” a “Viva l’Italia”.
Brani che hanno risuonato in tutta la Lama Balice emozionando chi è riuscito ad accaparrarsi il biglietto e concludendo gli appuntamenti cittadini del Festival, che ha portato in città, ricordiamo, anche Colapesce e Dimartino, Ghemon, Fulminacci e che, nei prossimi giorni, proseguirà altrove. Continuerà in varie città pugliesi con Gianna Nannini, Ludovico Einaudi, Stefano Bollani, Niccolò Fabi, Carl Brave, gli Psicologi, Myss Keta.
Senza dimenticare la Rimbamband, la cui esibizione, prevista a Bitonto lunedì 19 luglio, è stata rimandata a data ancora da decidersi.