“La
mia voce… oltre il muro” non è uno semplice spettacolo
teatrale, e d’altronde non può esserlo.
Già,
perché quando metti in scena la vicenda umana di Aldo Moro, il
presidente della Democrazia cristiana prima sequestrato e poi ucciso
dalle Brigate rosse nel 1978, i brividi e le emozioni ti assalgono.
Nonostante
siano passati 37 anni, condannati gli assassini e celebrati ben 5
processi, si continua ancora a parlare di quei 55 giorni che hanno
cambiato l’Italia.
Perché
lo statista di Maglie rimarrà il più eccellente tra i (tanti)
cadaveri eccellenti che il Belpaese piange ogni giorno.
Se ne
sono accorti anche gli studenti dell’Istituto tecnico economico
“Vitale Giordano”, che mercoledì e ieri hanno raccontato – con
l’arrangiamento teatrale “La mia voce… oltre il muro”
appunto – quello che è passato alla storia come il “Caso Moro”.
L’adattamento
teatrale, che prende spunto dal libro del magistrato Ferdinando
Imposimato “I 55 giorni che hanno cambiato l’Italia” e dal
film di Giuseppe Ferrara del 1986, ripercorre quella che è stata la
sofferenza umana dell’ex presidente del Consiglio durante il periodo
della sua prigionia nel covo di via Montalcini.
Sofferenza
e solitudine che lievitano giorno dopo giorno, ed espresse attraverso
le lettere alla famiglia e agli amici del suo partito, tutto compatto
(o quasi) nella linea della fermezza contro i brigatisti, e che molto
presto inizia a farlo passare per pazzo.
Il
lavoro teatrale – arricchito anche da parti cantate molto profonde,
come quella del canto alternato tra Moro e la moglie Eleonora –
racconta anche il dramma della famiglia dell’ex esponente della
Democrazia cristiana e come le istituzioni (Governo e forze
dell’ordine) si sono mosse nel tentativo di liberarlo.
L’arrangiamento
è
stato ideato e realizzato dalla professoressa Anna
Grande,
in collaborazione con Lucia
Achille, Rosangela
Magro eRosa
Mitolo, Maria Concetta Tatulli e Francesco Tullo.
«Il
1978 – ha
sottolineato Lucia Achille – non
sarà mai un anno qualunque nella storia del nostro Paese e deve
essere sempre un punto di riferimento per i nostri ragazzi. Aldo Moro
rappresenta l’esempio di quella politica che non è fatta soltanto da
corrotti, ma anche da uomini che vogliono servire la Nazione con
dedizione, impegno e sacrificio».
Sulla
stessa lunghezza d’onda il neo consigliere regionale Domenico
Damascelli e don Francesco Savino, che ha fatto recapitare un
messaggio ai ragazzi direttamente da Cassano all’Jonio.