Dopo Bari, Monopoli, Matera e Gravina approda anche a
Bitonto la mostra fotografica “Paesaggi
Svelati”, una collezione di scatti realizzati dall’artista Pietro Amendolara, inaugurata sabato
scorso al Museo Archeologico De Palo
Ungaro, dove sarà presente per tutta la settimana, fino al 28.
Bitontino di nascita ma residente a Gravina, dove
lavora come guida turistica, Pietro Amendolara è da sempre innamorato dei
paesaggi murgiani tra Puglia e Basilicata, abilmente ritratti negli scatti in
esposizione nei loro molteplici aspetti: i campi dopo la mietitura, le vecchie
case cantoniere, ormai in disuso, che conservano il fascino dell’antico, di un
tempo ormai andato, le gravine, la città abbandonata di Craco, Matera con i
suoi meravigliosi scorci o, ancora, i ruderi delle vecchie fattorie e masserie,
pieni di una storia spesso sconosciuta.
La tappa bitontina è per l’autore un emozionante «ritorno alle radici», come ha
sottolineato durante l’inaugurazione. Alla città e alla fondazione De Palo
Ungaro ha dunque donato due scatti, ritraenti l’interno della Cattedrale e
della chiesa di San Francesco d’Assisi.
«L’artista,
attraverso le sue opere, ci invia e ci dona un messaggio che è, allo stesso
tempo, sensibile, perché proviene dalla sua sensibilità, e sensibilizzante, perché
suscita un sentimento non da cartolina, ma un sentimento movente, che spinge ad
una partecipazione attiva alle sorti della nostra comunità» ha osservato il
giornalista Marino Pagano, che ha
moderato la serata di inaugurazione.
«Percepisco,
nella bellezza degli scatti, quello spirito che spinge all’amore per il
territorio, che invoglia ad impegnarsi nella tutela de patrimonio storico,
artistico e paesaggistico. Spirito fondamentale per un politico, un
amministratore» ha invece sottolineato il consigliere comunale e regionale Domenico Damascelli.
Presente all’inaugurazione, oltre al vicesindaco Rosa Calò, nella doppia veste di
rappresentante dell’amministrazione comunale e di amica personale di Amendolara,
e Nicola Pice, presidente della fondazione De Palo Ungaro, che ha
notato come l’artista riesca a cogliere i tratti più pittoreschi della Murgia,
donando all’osservatore quello stupore che egli stesso ha provato prima di
scattare le fotografie.