Sabato 25 settembre è partita la nuova edizione del Bari International Film Festival, la rassegna cinematografica barese giunta, quest’anno, alla sua tredicesima edizione. Tra i primi film trasmessi, durante la prima serata di festival, c’è stato un certo “Tommaso Blu”. Un fil del 1987, girato tra Bari, Modugno e Bitonto e diretto dal regista tedesco Florian Furtwängler, con protagonista Alessandro Haber. Un film finora quasi introvabile, nonostante fosse basato su un romanzo che ha avuto un enorme successo. È, infatti, liberamente ispirato dal romanzo biografico “Tuta Blu” di Tommaso Di Ciaula. L’autore del libro, scomparso a gennaio, tra quelle pagine scritte senza seguire una precisa linea temporale, fece una fotografia della zona industriale barese, dove lavorava come tornitore meccanico presso la Pignone Sud, e raccontò la dura vita della fabbrica. Raccontò i tormenti di chi, strappato alla vita di campagna con la promessa di una vita migliore tra i macchinari, sperimentò gli inganni della retorica del progresso industriale, lo sfruttamento, le condizioni di lavoro precarie e la debolezza sempre maggiore dei sindacati, visti con sempre meno fiducia, mentre molte conquiste degli anni precedenti venivano meno. Quegli stessi sindacati, che avevano condotto lotte che, negli anni precedenti, avevano portato alla conquista di importanti traguardi, venivano ora visti con scetticismo, con disillusione. Raccontò, in sostanza, la fine degli anni ’70.
Il romanzo ebbe un grande successo. Non solo in Italia, ma anche all’estero, tanto che, a girare la sua trasposizione cinematografica, fu il tedesco Furtwängler e la prima fu trasmessa nell’allora Germania Ovest. Il film ebbe anche un riconoscimento, al Festival di Taormina, dove fu premiato il protagonista Alessandro Haber come miglior attore.
Molto diverso dal romanzo a cui è ispirato, “Tommaso Blu” cambia il periodo storico in cui le vicende di Tommaso sono ambientate. Non più la fine degli anni ’70, con il loro caos, con le lotte, con le tensioni politiche e sociali, ma gli anni ’80.
E cambia anche l’impostazione data al film, che tralascia, rispetto al libro, molti aspetti strettamente politici, come, ad esempio, la critica ai sindacati che costò all’autore l’ostilità da parte di questi ultimi e, in particolare, del segretario della Cgil Luciano Lama, a causa delle critiche mosse verso le associazioni di rappresentanza degli operai. Il film, invece, si sofferma molto sui tormenti dell’operaio Tommaso a cui la fabbrica aveva strappato il suo desiderio di lavorare la terra. A cui i duri e massacranti ritmi di quel lavoro impedivano spesso di vivere serenamente la famiglia e di avere un rapporto sereno con la propria sfera sociale e sessuale.
Alcune scene del film sono girate a Bitonto. Non solo nelle campagne che circondano la nostra città, ma anche nel nostro centro storico. In una scena, infatti, a fare da protagonista è la Cattedrale con la piazza antistante, ritratta come appariva nell’87. È lì che il personaggio di Alessandro Haber, camminando in preda allo sconforto, dopo l’ennesima crisi emotiva causata da quel lavoro odiato, si addormenta in mezzo ai grifoni del portale.
Ad introdurre la proiezione del film sul palco del Teatro Piccinni a Bari, Davide Di Ciaula, figlio dell’autore del film, che ha ricordato non solo il grande successo letterario dell’opera del padre, tale da varcare i confini nazionali, ma anche la difficoltà di reperire una copia del film, trasmesso molto raramente tanto che, in sala, c’era anche chi, tra gli stessi attori che vi avevano preso parte, non aveva mai avuto la possibilità di vederlo.