Ad Arena Rogadeo si è ricordato Franco Sannicandro. A quasi sei mesi dalla scomparsa dell’artista bitontino, l’associazione Just Image, organizzatrice della rassegna, ha deciso di dedicare la seconda delle quattro serate previste a Sannicandro che, due anni fa, fu anche ospite (la prima si è tenuta lunedì, con la proiezione di “Giulia – Una storia qualunque”, documentario sul tema dell’assistenza ai malati psichiatrici, insieme al regista Vincenzo Ardito).
L’artista è stato ricordato con il breve video “Ritratto inconscio”, realizzato dal video-artista Gianni De Serio e con la proiezione di due corti del disegnatore e regista Simone Massi. A rendergli omaggio Marco Tribuzio, che ha moderato l’incontro, riportando ricordi personali dell’amico scomparso a febbraio, sottolineando quell’attaccamento alla sua terra che, sin dalle prime opere, era palesato dai riferimenti alla campagna.
«Era un grande paesaggista. Ha fatto in quell’epoca lavori molto belli. Ma, partendo da un’arte figurativa, è andato poi negli anni verso un’arte più astratta, avvertendo il bisogno di evolversi, andare avanti» ha confermato la critica d’arte Lucia Anelli, osservando che il legame con la propria terra non si è mai interrotto: «Solo che, anzichè dipingere gli oggetti e i materiali, ha poi iniziato a raccoglierli e riutilizzarli per le installazioni».
Ospite dell’incontro anche il giornalista Rai Francesco Paolo del Re, che ha suggerito di vedere la scomparsa di Sannicandro come un invito a riscoprire la sua arte, quel che ci ha lasciato: «Franco ha sempre avuto una grande forza, anche di fronte ai limiti fisici degli ultimi tempi. È sempre stato creativo, ma umile, non amando essere celebrato e autocelebrarsi, ma si infuriava nel vedere che altri artisti di talento venivano dimenticati, come Mimmo Conenna e Michele Perfetti».
Il giornalista ha anche ricordato lo sdegno del compianto concittadino di fronte alla disattenzione e all’indifferenza verso l’arte, riportando lo smarrimento di un lavoro realizzato dal gruppo di artisti denominato “Studio Azzurro” su Bitonto. Una delle copie originali era conservata nella Biblioteca, ma purtroppo nel tempo è stata smarrita, nonostante l’altissimo valore. Non solo. Il giornalista ha anche raccontato della rabbia di Franco nel vedere come le opere d’arte conservate nel Torrione fossero vulnerabili e facilmente soggette a furti o nel vedere che le sculture realizzate durante il Simposio Internazionale di Scultura del 2015 non abbiano mai trovato collocazione.
«Franco era un politico. Le sue tematiche erano ispirate sia al territorio che alla sua appartenenza politica» ha aggiunto il docente e amico Giuseppe Fioriello, annunciando che, il 13 ottobre, si terrà, al Museo De Palo Ungaro, un evento in ricordo di Sannicandro, con mostre e installazioni.
A concludere la serata la testimonianza di alcuni studenti del Liceo Scientifico “Galileo Galilei”, che hanno conosciuto Franco durante l’iniziativa “Libri d’Artista”, in cui partendo da materiali di scarto, hanno creato delle opere d’arte seguendo i consigli dell’artista: «Franco ci ha insegnato che dal niente, da materiali poveri, si può realizzare arte».
Arena Rogadeo proseguirà con altri due incontri il 6 agosto, in cui sarà proiettato il corto “Amarsi è capirsi” del giovane regista bitontino Michele Saulle, e il 7 agosto, quando un altro regista bitontino, Giovanni Botticella, sarà ospite con il suo corto inedito “Pugni”.