Andrà in scena questa sera,nella cornice del Teatro
Traetta, lo spettacolo “In nome del
popolo italiano” del regista modugnese Michele
Bia.
La produzione nasce dalla cooperazione tra quattro
imprese: associazione Teatroscalo, associazione Malalingua, Skene’
produzioni teatrali e Cooperativa Kokopelli
a.r.l. Tutti soggetti con decennale esperienza, accomunati dalla volontà di
produrre “onesta cultura”, che per l’occasione hanno messo a disposizione competenze,
idee creative e forze produttive.
Lo spettacolo è tratto dall’omonimo film di Dino Risi, sceneggiatura di Age e
Scarpelli, con Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi. Un film del 1971, ma sempre
straordinariamente attuale, che ritrae con un tono duro e impietoso un’Italia
riconoscibile ancora oggi, nonostante Mani pulite e Prima e Seconda Repubblica.
A interpretare i protagonisti della vicenda, saranno gli attori Franco Ferrante, Marco Grossi, Raffaele
Braia, Ivan Dell’edera, Marianna De Pinto, Rossella Giuliano, Maurizio
Semeraro, Enzo Toma.
Il dott. Mariano Bonifazi, un magistrato
integerrimo, indaga sul decesso di Silvana Lazzarini, una giovane e bella
ragazza, rinvenuta morta nel letto della propria abitazione. Interrogando i
genitori della vittima, Bonifazi apprende che Silvana conosceva l’ingegnere
Lorenzo Santenocito, un industriale arrivista, spregiudicato e senza scrupoli. Quando
egli si trova faccia a faccia col magistrato lo scontro ideologico e
caratteriale fra i due personaggi è inevitabile; il giudice vede
nell’imprenditore la personificazione di tutto ciò che egli tenta ogni giorno
di combattere, l’incarnazione della corruzione e del malaffare che imperversano
nel paese. Bonifazi è ormai pronto a far arrestare l’ingegner Santenocito,
quando entra in possesso di alcuni quaderni della vittima, in cui sono
contenute alcune notizie importantissime per le indagini.
“In
nome del popolo italiano”, dunque, è un giallo che ha in sé i toni grotteschi
della commedia amara e cinica. Si ride per l’intelligenza dei dialoghi e
l’ironia delle situazioni, ma si resta sconvolti dalla triste autenticità dei
personaggi, che suscitano la stessa antipatia dei politici attuali.