Enzo Piglionica, protagonista del quarto appuntamento con Arena Rogadeo, vanta una carriera caratterizzata dalla ricerca costante di nuovi modi di espressione e dalla commistione di generi differenti, per dar vita a una comunicazione sempre originale con le nuove generazioni. Ed è così che sorprende il pubblico anche in questa occasione: offrendo pillole di saggezza travestite da sketch e videoclip colorati e di alto impatto.
Nel 2011 il regista aveva collezionato solo dieci anni di carriera, ma Repubblica già ne esaltava le doti a seguito dell’uscita di una sua web fiction “Tutti i venerdì”, fra le prime in Italia; un genere che ha legato ancora di più i ragazzi al mondo virtuale, quello del web series, e che – a dirla tutta – ha ottimizzato il tempo trascorso a tu per tu con il pc, servendosi della episodicità per creare attesa e individuare proprio in questo la chiave del successo.
Ma il suo più grande talento si rintraccia nella capacità di sposare arti differenti e di dar vita a prodotti che seguano il progresso inarrestabile del linguaggio giovanile, che si arricchisce costantemente di perifrasi, neologismi e che cerca sempre nuovi interlocutori. Per questo, nato come disegnatore e fotografo, Enzo Piglionica amplia il suo profilo artistico curando la regia di cortometraggi, videoclip, booktrailer e creando la Vertigo Imaging, con cui offre consulenza nell’ambito della pubblicità, del cinema, della televisione e dell’editoria.
Un’artista che si rispetti si presenta da sé. I prodotti della sua creatività sono la sua voce. Infatti il pubblico di Arena Rogadeo sembrava non essere mai sazio e ha insistito per far riprodurre più videoclip di quelli selezionati. Ad aprire questo incontro alcuni dei booktrailer, nati da una proficua collaborazione fra i registi Piglionica e Nocella, con cui è stata promossa l’uscita di “Pornokiller”, un libro edito nel 2015 da Mondadori di Marco Cubeddu, che compare fra l’altro in uno dei videoclip.
La trasversalità di forme e linguaggi, che distingue la produzione dell’artista e la rende unica e particolare, è anche alla base di questo progetto. Attraverso l’espediente, tipicamente teatrale, della meta narrazione e facendo tesoro del successo del primo libro di Marco Cubeddu, “Con una bomba a mano sul cuore”, Enzo Piglionica e Nicola Nocella portano in scena la storia di Alessandro Spera, un famoso scrittore italiano, che narra la sua biografia in una trama esagerata e incredibile, dalle tinte forti e dai toni accesi, a cui non poteva dare miglior titolo che “Pornokiller”.
Ispirati dalla vita di questo autore, avvistato per l’ultima volta al matrimonio del suo grande amore prima di fare strage violenta degli sposi e degli invitati, i registi scelgono di raccontare le vicissitudini di due strani personaggi convinti di essere Al Pacino e John Belushi, inquadrati nella sala d’attesa dello studio di uno psicologo, in cui danno vita a situazioni quasi paranormali. Il rapporto fra il libro e i trailer rimane ad ogni modo costante e si fonda su richiami e citazioni; non ultimo il dettaglio della locandina alle spalle degli attori che ritrae Dragon Ball, protagonista di un noto cartone animato che ha movimentato i pranzi di moltissime famiglie italiane e che consente una collocazione cronologica della vicenda negli anni novanta. Non mancano neppure locandine di gruppi rock progressive e di grandi film, accostate a quelle dei Transformers, in una fitta trama di citazioni e provocazioni che rimangono poi marchi di qualità di questi lavori e dei registi Enzo Piglionica e Nicola Nocella.
Non si esaurisce qui la spinta innovativa del regista. Oltre che ideatore e sceneggiatore dei cortometraggi “Hey Guy”, incentrato sulla figura di Guy Portoghese, e di “Bella di papà”, finalista ai Nastri d’Argento nella sezione Corti d’Argento nel 2014, è inoltre stato scelto da eccellenze della musica italiana e non per la creazione dei videoclip. Esplosioni di luce e fantasia, note e sorrisi l’”Appaparenza” del gruppo folk-rock U’Papun, “Io diventerò qualcuno” di Caparezza e “Make love” dei Neri per Caso, proiettati in conclusione, hanno consentito al pubblico bitontino di avere una visione completa dell’arte poliedrica e caleidoscopica del regista nostrano, che sembra puntare soprattutto sul coinvolgimento emotivo del destinatario, avvalendosi di forme e linguaggi altamente comunicativi. Un esempio lampante è offerto proprio dall’innovativo Instant casting, cioè dall’uso degli stessi provini per il casting del videoclip, che porta in scena quindi persone comuni, con il loro exploit consueti, che nella loro semplicità e immediatezza accorciano le distanze fra lo schermo e chi vi sta di fronte.
Ogni volta Bitonto svela una ricchezza in più.