Scompare con padre Innocenzo una memoria storica della nostra città, una figura di frate mite e zelante impregnata di silenzio e di preghiera, un’immagine di Uomo di Chiesa, quale padre priore del convento-parrocchia di san Leo, e uomo di scuola, avendo egli per lunghi anni insegnato religione al Liceo Classico di Bitonto, capace di ascoltare, ma ancor più capace di educare all’ascolto della Parola, rivelandosi capace di essere di sprone a superare gli esiti negativi della frammentazione e dello sgretolamento delle coscienze.
Di qui la sua consapevolezza della dimensione missionaria della Chiesa e la sua capacità di farsi prossimo, il suo “essere” per la carità; il suo saper essere d’aiuto, di sostegno, di guida; il suo saper molto amare, molto intelligere e anche molto reflectere. Sempre sostanziato di amore paterno, padre Innocenzo era ben consapevole che la verità che non viene dall’amore non educa, ma esaspera, mentre solo da un grande amore paterno e materno nasce anche la saggezza di rimproverare nei tempi e nei modi dovuti, specie nei momenti in cui si smarriscono le coscienze, si frammentano o si offuscano le radici cristiane e le proprie identità.
Egli è stato davvero un fedele interprete dell’umanesimo cristiano. A lui s’addice il Salmo davidico: “Beato l’uomo di integra condotta, che cammina nella legge del Signore…Nel seguire i suoi ordini era la sua gioia…ha corso per la via dei suoi comandamenti perché ha dilatato il suo cuore…gioiva per i suoi comandi che ha amato…Lampada per i suoi passi era la sua parola…grande pace tocca a lui che ha amato la sua legge”.