Questa sera al teatro “Traetta” di Bitonto (inizio ore 20.00 con ingresso gratuito su prenotazione: 080.3742636), nell’ambito della X edizione del Festival Metropolitano “Di Voce in Voce”, sarà presentato “Birthplace”, il nuovo disco del pianista, polistrumentista pugliese Emanuele Coluccia in trio con il contrabbassista Luca Alemanno (Giampaolo Laurentaci nel tour) e il batterista Dario Congedo, in uscita il 5 ottobre per l’etichetta discografica Workin’ Label con il sostegno di Puglia Sounds Record e la distribuzione di I.R.D.
Pianista, sassofonista, polistrumentista, arrangiatore, compositore, direttore d’orchestra, didatta, Emanuele Coluccia è un musicista stilisticamente eclettico, essenzialmente un improvvisatore, sempre teso alla sintesi delle esperienze, ispirato da una visione sincretica della vita e delle arti. Al centro della sua ricerca vi è il desiderio di cogliere il cuore delle cose: del suono, dell’ascolto, dell’azione musicale.
“Birthplace” è la ricapitolazione di un percorso, per “risalire la corrente” e tornare, grazie alla memoria, nel luogo di nascita, dove il potenziale è al massimo e le possibilità infinite, per fare di questo luogo il punto di partenza di una nuova vita qui ed ora.
La tracklist contiene otto brani originali e una rivisitazione del celebre brano di Paolo Conte Azzurro. La cantante Carolina Bubbico ha prestato la sua voce in Eagle’s Wish per riportare il tema del brano alla sua natura originaria di canto libero, immediato, espressione del desiderio di un essere che conosce il volo come propria condizione naturale e quotidiana. Le parti tematiche delle composizioni nascono da idee provenienti da “appunti di viaggio”: note vocali prese al volo durante i frequenti viaggi che accompagnano la vita dell’autore, ma talvolta anche da stati di ispirazione prodotti da circostanze particolarmente emozionanti della vita, momenti in cui sembra che il canto e il suono siano una perfetta opportunità di relazione e conoscenza con sé stessi. Intorno a queste idee è stata sviluppata la parte armonica dei brani, realizzata con una tecnica mista (tonale, modale, atonale) nello sforzo costante di tenere vicini i rispettivi piani espressivi in una danza sempre più complessa e, allo stesso tempo, concreta.
Il booklet del disco conterrà le illustrazioni di Benedetta Longo, 10 tavole in acquerello e china ispirate dal suono dei brani, che offriranno un mezzo sinestetico per la fruizione dell’opera, uno specchio per chi guarda durante l’ascolto.
“Birthplace” VIDEO TEASER #1 https://bit.ly/2NI9A8s
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A seguire, Maria Moramarco & Uaragniaun “Cillacilla”
MARIA MORAMARCO voce
LUIGI BOLOGNESE chitarre
ERIKA MAIULLARI violoncello
Ospite
ADOLFO LA VOLPE oud
Uaragniaun è un progetto musicale per raccontare le ancestrali storie del popolo delle pietre, le miserie e le nobiltà dei “cafoni all’inferno”: uomini, bestie ed eroi della civiltà contadina pugliese. Maria Moramarco è il cuore del progetto: è la ricerca e la voce. Una voce cristallina e potente, figlia naturale degli antichi cantori e cantatrici che hanno tramandato la tradizione orale nelle contrade murgiane e della Puglia, terra meridiana, di confine, con le vicine civiltà mediterranee. Con il chitarrista Luigi Bolognese e il percussionista Silvio Teot il trio altamurano percorre dal 1978 un lungo percorso di rivisitazione di un immenso patrimonio di canti e musiche della tradizione immateriale. Il progetto “Uaragniaun” si propone di rivitalizzare, attraverso una lettura critica, i canti inediti della musica popolare pugliese e, in particolare, della Murgia barese.
Canti a distesa, tarantelle, canzoni d’amore, canti religiosi, tammurriate, canti di lavoro, balli e ritmi della grande musica popolare Meridionale, trovano una nuova dimensione musicale in un mix che mette insieme tradizione e innovazione. Attraverso il recupero degli strumenti tradizionali, il gruppo elabora soluzioni musicali di grande respiro che valorizzano ulteriormente le straordinarie capacità vocali della Moramarco, una delle voci più originali del sud Italia.
“Cillacilla è il capoverso di una cantilena che ritmava saltelli eseguiti in coppia a braccia incrociate. I giochi dei bambini erano spesso accompagnati da canzoncine, rime e filastrocche. Questo lavoro contiene una selezione di materiale tradizionale raccolto da me ad Altamura a partire dalla metà degli anni settanta e offre un piccolo affresco di memoria relativo ai bambini e al mondo dell’infanzia nella civiltà contadina e pastorale,un affresco con le tinte cupe di una infanzia negata, di breve durata,presto affogata nella miseria e nella povertà. Bambini che erano resi adulti, mandati a lavorare nei campi ‘a comunanza’ sotto un massaro o in bottega a soli sei sette anni, tutto questo rientrava nella normalità. Lottare per la sopravvivenza, contrastare fattori negativi spesso letali quali la malnutrizione,le malattie,gli sforzi fisici, gli abbandoni era la normalità fino agli anni 60 e parte degli anni 70. Questo materiale appartiene in parte anche alla mia diretta memoria, con alcune di queste filastrocche ho personalmente giocato e suppongo molti/e dei miei coetanei ne conservano il ricordo”. (Maria Moramarco)
EMANUELE COLUCCIA | BIOGRAFIA Suona professionalmente in Italia sin dal 1989, affiancando allo studio della musica una pratica costante della stessa in vari ambiti stilistici. Nel 1992 e nel 1993 ha partecipato a The Berklee College Summer Clinics a Perugia, partecipando alle lezioni e workshop di Joe Lovano, Joe Zawinul, Paul Motian, Bill Frisell, John MacLaughlin, George Garzone. Nello stesso periodo ha partecipato allo Jonian Jazz Festival a Taranto (1992), all’Eddie Lang Jazz Festival ad Isernia (1997) e all’ Estate Romana (1998). Durante Umbria Jazz 1999 ha partecipato a delle performance improvvisate con Jason Moran, Taurus Mateen, Eric Harland e Pat Metheny. L’incontro casuale e positivo avuto con queste figure della musica internazionale è stata la scintilla che ha innescato in lui il desiderio di avvicinarsi ai luoghi dove si manifesta maggiormente la creatività musicale grazie alle condizioni specifiche che quei luoghi possiedono.
Alla fine del 1999 Emanuele si trasferisce quindi a New York, dove ha modo di suonare con musicisti provenienti da tutto il mondo e ugualmente motivati a compiere il miracolo della musica. Suonerà in vari gruppi e in molti club, alcuni dei quali ancora oggi attivi, e in innumerevoli altri contesti sociali, musicali e umani (Brooklyn Film Festival – NY (2001), University of Stoneybrook, Long Island (2002, 2003), WAX Studios, Brooklyn (2003), Consolato Tedesco (2002), Lincoln Center, NYC, Brooklyn Museum of Art (2004), Università di Princeton (2004). Durante gli anni vissuti a NYC, Emanuele si sposta frequentemente in Messico per approfondire l’interesse verso gli usi e la cultura delle popolazioni indigene di quella zona, viaggi ricchi di ispirazione e difficoltà, rivalutazione di sé e scoperta dei propri desideri più intimi. Grazie all’esperienza maturata in questi anni, sorge l’esigenza e il desiderio di tornare al luogo d’origine, con l’obiettivo di entrare in contatto con la possibilità di conoscere quello che sin da piccolo, nel cuore, aveva chiamato “senso della vita”. L’esperienza di Emanuele come musicista ‘freelance’ include registrazioni e performance con la cantautrice americana Myla Hardie, l’artista afro-jazz Alain Kodjovi, la cantante italiana Greta Panettieri, il trombettista/compositore tedesco Volker Goetze, il cantautore francese Chris Combette, vari tour europei con il trombettista newyorkese Greg Glassman e un tour in Andalucìa con il trio Malesciana Folk. Rientrato in Italia incontra Claudio Prima e Redi Hasa con i quali fonda Bandadriatica, progetto con cui ha all’attivo 4 lavori discografici, numerosi concerti in Italia e all’estero e prestigiose collaborazioni (King Naat Veliov e la Kocani Orkestra, Eva Quartet). Nel 2008 partecipano al progetto “Rotta per Otranto” che diventa un film documentario e un cd dal titolo Maremoto. Scrive musica per orchestra sinfonica, arrangiatore e orchestratore per Bandadriatica e per la Giovane Orchestra del Salento. È stato membro dell’orchestra del Festival Notte Della Taranta nel 2005 e 2006. Ha condiviso il palco con Fabrizio Bosso, Carolina Bubbico, Gabriele Mirabassi, Javier Girotto. Collabora a vari progetti multidisciplinari che mettono in scena l’interazione fra musica, danza, pittura e letteratura, prendendo parte a spettacoli, residenze artistiche e gruppi di ricerca con attori, pittori danzatori e performer. Nel 2012 prende parte alla produzione e realizzazione dello spettacolo teatrale Oltremundo (Fabbrica dei Gesti), in veste di compositore della colonna sonora e attore in scena, con la regia di Marcelo Bulgarelli. Lo spettacolo vincerà il Crashtest Festival nel 2016 grazie alla “capacità di mantenere in costante relazione drammaturgia e suono” (cit. Roberto Latini, attore). Sempre nel 2016 partecipa, in veste di collaboratore alla colonna sonora, al progetto teatrale Verso Terra del premio UBU Mario Perrotta. Collabora con la ricercatrice Tiziana Dollorenzo Solari nell’ambito del rapporto tra musica e immagine in una approfondita ricerca sul valore dei segni e sui simboli dell’arte. È autore dell’interpretazione musicale per il documento scientifico L’Album Dei Disegni, estratto di ricerca – scuole materne del comune di Lecce – della stessa ricercatrice.