Ieri sera, nel
trambusto delle prove di preparazione, abbiamo incontrato alcuni dei
protagonisti dell’Aida, dell’Associazione
“La Macina”, che questa sera tingeranno d’africani colori l’atrio dell’Istituto
Sacro Cuore.
Il dietro le
quinte, la macchina, il cuore di questa meravigliosa opera verdiana.
«Mi lega alla vostra città – dichiara il regista
leccese Antonio de Lucia – un antico
legame di amicizia con i ragazzi del “La Macina” che, seguiti sin dalle
origini, oggi ritrovo tutti artisti. Per me questa esperienza non è una novità,
è il ricorrere di un appuntamento consueto che diventa motivo di vera gioia».
«Abbiamo la fortuna di avere artisti esperti e bravi,
tanti ragazzi, giovani artisti volenterosi di lavorare e crescere: sono loro la
vera forza di questa produzione –
continua sorridendo de Lucia -. L’impegno
artistico e sociale dell’associazione è qualcosa di importante soprattutto per
le anime che stanno formando».
Traspare, così,
tutta l’esperienza e l’emozione di questa Aida in veste bitontina.
«È sempre una novità e una gioia dirigere l’Aida. Non
è mai routine dare voce e spazio all’arte suprema, la musica e la poesia ed è
importante che questo arrivi agli spettatori. Bitonto è sempre più bella e in ordine– prosegue –. Questo
mi fa felice. Spero che il recupero del centro storico proceda sempre più
velocemente».
Stupisce sempre
come nonostante si abbiano attori di nazionalità, culture e caratteristiche
diverse, la musica riesca a superare tutto ciò.
Anzi, sappia amalgamare le differenze in maniera sublime.
E riesca a far cantare tutti allo
stesso modo, nella stessa lingua.
Arriva così
perfetta e sonora la risposta del regista. «L’opera
parla di emozione e l’emozione è transnazionale. In Italia come in Francia, a
Bitonto come a Tokyo moriamo, amiamo, teniamo ai nostri figli tutti allo stesso
modo. La parola diventa solo un mezzo meccanico di comunicazione…».
Dettagli più
particolareggiati arrivano dal direttore dell’orchestra, il maestro Luca Testa.
«Cercherò di dare una lettura dell’Aida quanto più
sentita. Verdi, in questa sua opera, mette in risalto il lato psicologico dei
personaggi e con Aida raggiunge l’apice perché riesce a connotare tutti
mettendosi dalla parte del pubblico. L’importanza dei sacerdoti è al
di sopra del potere politico. Verdi è profondamente anticlericale e mette in
evidenza come il potere dei sacerdoti vada al di là di quello che è il loro
compito, condannando anche dal punto di vista sociale. Amneris, infatti, maledice
i sacerdoti e come un fulmine supremo la maledizione torna su di sé con la
profonda delusione amorosa».
«L’amore
eterno – continua il direttore – viene
lasciato ai due amanti che stanno morendo. Essi trovano nella morte la perfezione
della nuova vita eterna, in una sorta di congiunzione tra eros e thanatos».
Un curriculum
chilometrico, internazionale e d’eccellenza quello del maestro Luca Testa che
questa sera nella nostra città condurrà l’orchestra dell’Accademica
Sinfonica della Chernivtsi Philharmonic Society.
«È una bellissima esperienza essere tra amici – conclude – sono stato felice di essere invitato a
Bitonto da Pino Maiorano. Sono venuto subito senza se, senza chiedere perché.
Qui c’è un clima di amicizia difficile da trovare nelle situazioni più
professionali che fa stare davvero bene».
In ultimo, dietro le
quinte, nascosto tra fili e drappeggi, abbiamo incontrato lo scenografo e
concittadino Michele Lisi.
«Lavoro al Petruzzelli dal 2008 – ci racconta -. Qui
ho appreso molte tecniche e questo allestimento è stato il punto di contatto
con l’Associazione “La Macina”. La scenografia di certo non sarà ricchissima ma
fa parte di un contorno fondamentale. Serve per creare l’atmosfera giusta, per
stupire l’occhio dello spettatore.
Rappresentiamo voli, suoni, macchine nascoste, l’effimero con la realtà e senza
la passione di tutti non si avrebbe tutto questo. Ho firmato l’Aida a Noicattaro grazie al mio maestro Damiano Pastoressa è solo grazie a lui se ho la possibilità di mettermi in discussione».
«Spero – con velata emozione conclude
– che la nostra città diventi davvero
terreno fertile per uno sviluppo culturale di qualità e che tutti possano
dare il loro contributo, possano dare il
loro, il nostro, meglio».
Attendiamo così, con
gioia, di vedere stasera questa sempreverde (è il caso di dirlo) Aida che
ha unito territori, età ed esperienze diverse con l’amore per la musica e l’arte.