Un “Museo per tutti”, accessibile anche a chi ha difficoltà motorie e ampiamente fruibile da persone con disabilità, che potranno scoprire le opere custodite all’interno grazie a strumenti tecnologici o a modelli in 3d.
Il Museo De Palo-Ungaro di Bitonto diventerà più inclusivo, grazie al programma “Smart-in”.
La Regione Puglia, scorrendo la graduatoria dell’avviso pubblico, pensato due anni fa per la valorizzazione dei beni archeologici, ha infatti premiato il progetto ambizioso presentato nell’agosto 2023 da Palazzo Gentile.
Tanti i lavori che ora, grazie al finanziamento regionale da un milione di euro e ai 50mila euro di contributo comunale, potranno essere realizzati per raggiungere l’obiettivo condiviso dall’amministrazione capeggiata dal sindaco Francesco Paolo Ricci e dalla fondazione del museo: far conoscere il patrimonio storico-archeologico cittadino a tutte le fasce di pubblico, compresi i soggetti più fragili.
Si inizierà con gli interventi strutturali per l’eliminazione delle barriere architettoniche presenti nel palazzo di via Mazzini, in cui sono conservati i corredi funerari rinvenuti a Bitonto e databili tra il VI e III sec. a.C., che ricostruiscono le dinamiche sociali e culturali della popolazione antica dell’importante centro peucezio.
L’immobile del XIX secolo, sede anche della pinacoteca Ninive, del Fondo-Archivio Francesco Speranza, della quadreria di acqueforti e opere grafiche dei grandi maestri dell’arte novecentesca e dell’archivio comunale pre e post-unitario, sarà infatti dotato di rampe d’ingresso per il facile accesso di persone con difficoltà motorie e liberato da pareti che rendono più angusti gli spazi.
Nel vano ascensore sarà inoltre inserita una pulsantiera braille e sonora con annuncio vocale del piano di fermata, fruibile da persone con difficoltà visive.
Per garantire il loro orientamento negli spazi museali, sarà inoltre realizzato un percorso tattile: sotto il pavimento dalla texture particolare saranno installati sensori che, intercettati da un bastone elettronico, potranno inviare segnali via bluetooth all’auricolare o allo smartphone dell’utilizzatore.
Per rendere più multimediale la visita, saranno inoltre posizionati dei grandi totem, che in varie lingue (compreso il linguaggio dei segni), permetteranno agli utenti di scoprire la storia dei resti archeologici custoditi nel museo. Beni che saranno anche digitalizzati ed esposti in rete grazie alla DABIMUS Srl, spin off dell’Università degli Studi Aldo Moro, che si avvarrà della consulenza scientifica dell’ateneo barese e della collaborazione degli studenti.
In parallelo, si creeranno ArcheOfficine per lo studio e la valorizzazione del patrimonio archeologico. In partnership con il FabLab Bitonto, saranno realizzati laboratori per la pulizia e il restauro dei reperti rinvenuti e non ancora in mostra, e per l’ideazione di allestimenti ad hoc per la loro esposizione.
Le teche, ormai obsolete e danneggiate, saranno sostituite e implementate, e, grazie ad uno studio illuminotecnico, messe in risalto insieme ai beni custoditi.
L’innovatività del museo passerà poi anche dalle nuove tecnologie: previsto da progetto l’allestimento di postazione di realtà virtuale, ricostruzioni 3D e ologrammi interattivi, per rendere il De Palo-Ungaro un ulteriore polo di attrazione per grandi e piccini.