Sarà visitabile fino al 30 novembre, a Bari, nel Conservatorio “Niccolò Piccinni”, la mostra dedicata a Giovanni Capaldi, musicista intellettuale nella Bari del primo Novecento, proveniente da famiglia di origini bitontine. Inaugurata martedì scorso, nell’auditorium “Nino Rota” la mostra raccoglie documenti originali e oggetti appartenuti a Capaldi e racconta con l’uso di pannelli didascalici, la sua biografia, la sua vita fatta da tante esperienze, dalla musica al giornalismo. Proprio per questo si sottolinea come Capaldi fosse intellettuale e musicista in una città, come era la Bari dell’inizio del XX secolo, in forte sviluppo culturale. Giovanni Capaldi fu anche impegnato nella diffusione della cultura musicale, con la creazione dell’Istituto Musicale “Piccinni” in via Melo, oggi “Conservatorio statale di Musica”, che, in occasione dei cinquanta anni dalla sua scomparsa, lo ricorda.
Nato a Bari nel 1889, figlio di Giuseppe, sindaco del capoluogo dal 1909 al 1910, Giovanni aveva iniziato i suoi studi musicali seguendo gli insegnamenti di un altro illustre bitontino, Pasquale La Rotella. Collaborò a diversi giornali e riviste specializzate. Scrisse, come critico musicale, per il Corriere delle Puglie e per la Gazzetta del Mezzogiorno.
La mostra esibisce parte del prezioso archivio di famiglia, custodito dalla figlia Maruzza, e documentari che raccontano la vita di Capaldi e la Bari musicale e intellettuale dell‘epoca.
L’iniziativa è organizzata dall’associazione Recherche di Bari, presieduta proprio da Maruzza Capaldi, in collaborazione con la Regione Puglia – Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio e il Conservatorio di Musica “Niccolò Piccinni”. È stata realizzata sotto l’egida di un comitato promotore, formato dalla stessa Maruzza Capaldi, Franco Chieco, Dinko Fabris, Carlo Goldstein, Rino Marrone, Michele Marvulli e Gianpaolo Schiavo. Gode del patrocinio del Comune di Bari e dell’Università degli Studi “Aldo Moro”.
È disponibile anche un utile catalogo a stampa, curato da Maria Grazia Melucci e Dinko Fabris, pubblicato dalla casa editrice Adda, che rappresenta il primo contributo monografico dedicato a Giovanni Capaldi e accoglie anche una serie di scritti di studiosi e testimoni (Annamaria Bonsante, Franco Chieco, Dinko Fabris, Alfredo Giovine, Domenico Losavio, Rino Marrone, Maria Grazia Melucci, Pierfranco Moliterni, Ferdinando Pappalardo, Corrado Roselli, Nicola Scardicchio) che riassumono e approfondiscono le conoscenze sull’uomo e l’artista, inquadrandolo nei contesti in cui si trovò ad operare.