Una storia dal
grande valore civile. Una storia vera. Una storia che racconta di un uomo che
si è battuto contro le mafie.
Torna sul grande
schermo Beppe Fiorello, con la mini serie “Io non mi arrendo” (in onda il 15 e 16 febbraio in prima serata su Rai 1) basata sulla storia di Roberto Mancini, scomparso due anni fa per un linfoma. L’attore
siciliano interpreta il ruolo del protagonista, funzionario di polizia (Marco
Giordano) che per primo investigò sui veleni della Terra dei Fuochi: tra appostamenti, intercettazioni ed indagini
serrate, intuisce il business distruttivo sull’atterramento dei rifiuti tossici
tra il Lazio e la Campania.
La storia inizia
a Fondi(LT) con Giordano alle prese con Fusillo, un cittadino che finito nelle mani degli usurai,
rischia di diventare un prestanome per dimezzare il suo debito. Alla fine
decide di parlare e da quel punto in poi, cominciano le indagini.
A vestire i
panni del giovane Fusillo è stato l’attore bitontino Gianni Lillo che ha raccontato ai nostri taccuini la sua
avventura.
«Ho partecipato al provino per la fiction e la
produzione è stata soddisfatta della mia interpretazione, di quel personaggio
interpretato in quel modo; questo mi ha riempito di gioia».
Che rapporto si
è instaurato con Beppe Fiorello? «Lui è
stato davvero molto gentile e professionale nei miei confronti, infatti, con
buone probabilità, ci sarà un altro lavoro, forse, proprio ancora al suo fianco».
In attesa dell’ultima puntata, questa sera, di “Io
non mi arrendo” auguriamo al nostro concittadino di proseguire nella sua sempre
più brillante carriera.