Il giorno 27 Agosto alle ore 18.00 e 28 Agosto alle ore 20 presso il Teatro Traetta di Bitonto “GENTESPAESATA” scritto diretto e interpretato da una compagnia di giovani ragazzi diplomati presso l’Accademia Nazionale SILVIO D’AMICO di Roma.
Lo spettacolo si fregia del patrocinio della Silvio D’Amico e della supervisione artistica del regista di fama europea Antonio Latella.
L’ evento sarà a titolo gratuito per tutti e con la possibilità di contribuire con un’ offerta libera alla fine o all’ inizio spettacolo.
Di seguito la sinossi e le note di regia dello spettacolo in questione.
GENTESPAESATA
di Sofia Russotto
Con
Michele Eburnea
Gaja Masciale
Filippo Marone
SINOSSI
Due ragazzi senza desiderio né scopo discutono su come cambiare il mondo affogando le loro giornate tra musica, alcool e droga. Un alto muro di casse e una consolle da dj sono gli strumenti del loro divertimento distruttivo.
Il loop tossico della loro quotidianità viene interrotto dall’arrivo di una giovane donna che sconvolge da subito il fragile equilibrio della casa dando inizio ad un pericoloso vortice di eventi che li metterà di fronte alla scelta più difficile della loro vita.
Ispirato alla poesia “Gente Spaesata” di Cesare Pavese, e alle vicende biografiche del poeta.
NOTE D’ AUTRICE
“Il nichilismo è alle porte : da dove ci viene costui?, il più inquietante fra tutti gli ospiti?” (F. Nietzsche, frammenti postumi) L’incapacità di proiettarsi in un futuro, di vedere i propri progetti come qualcosa di connesso ad un desiderio profondo,
assistere allo scorrere della propria vita in terza persona senza esserne granché coinvolti:
E’ questa l’atmosfera in cui sono immersi i tre protagonisti di “Gente Spaesata”. Vivono di notte perché di giorno nessuno li riconosce.
La mancanza di connessione con la realtà li avvicina vorticosamente al desiderio di morte, prospettiva più seducente di costruirsi un futuro incerto in un mondo che non li comprende e che loro non comprendono.
NOTE DI REGIA
La scena è “in vetrina”. Come un laboratorio
esposto dietro una vetrata da cui il pubblico spia
ciò che avviene al suo interno. I personaggi sono
incastrati in un loop, come polli in gabbia che si
ingozzano fintanto che le luci sono accese.
Sovraesporre lo spazio così come i protagonisti
sono sovraesposti alla sofferenza, ad una
lucidità cruda e crudele