Grande successo, domenica scorsa, per l’iniziativa “…in cammino con Speranza”, organizzato dall’Università dell’Anziano, in collaborazione con i gruppi scout Agesci (Bitonto 1-2-3) e FSE (Bitonto 1), col patrocinio del Comune di Bitonto. Il coordinamento è stato affidato all’impeccabile architetto Domenico Fioriello, ad illustrare le piazzette dipinte dal celebre artista bitontino gli interventi di Chiara Cannito, Cecilia Minenna, Pierpaolo Modugno, con l’accompagnamento del gruppo folk “Antica barberia del corso”, Nicola Pice, Marilisa Rienzo e Mario Sicolo. Nel folto pubblico che ha partecipato all’evento, il dottor Emanuele Cazzolla, autore della monumentale biografia dell’esponente della chiaria milanese, il professor Rocco Berardi, che di quest’opera ha firmato la postfazione, e del prof. Peppino Fioriello in versione fotografo. A commento della splendida giornata, ecco il pensiero di Valentino Losito, presidente dell’UdA. FINCHE’ C’E’… SPERANZA…C’E’…VITA “Affacciato dalla sua nuvola nel cielo arioso e gentile di Puglia, stamattina il maestro Francesco Speranza ha visto brulicare, tra piazzette e viuzze della sua Bitonto, un gruppo di minutissime figure umane che, pur “cresciute fra loro”, avevano forse smarrito la meraviglia delle pietre, lo splendore della luce e il lieve mormorio del silenzio, che l’artista custodiva e rimembrava nella sua pittura umile e semplice. E così, angolo dopo angolo, serpeggiando con stupore in quel dedalo quasi inesplorato di anguste e ombrose stradine e di slarghi improvvisi e lucenti, ognuno ha visto e rivisto, le facciate delle case, i muri scrostati e a volte cadenti, i tetti, le scalette, i balconcini fioriti, le finestrelle, scoprendo che davvero “la bellezza è negli occhi di chi guarda”. Sottratto alla febbre del fare e ammaliato dai racconti di sei voci di dentro della città antica, ognuno si è ritagliato un angolo di luce, un anfratto di ricordi ed è stato chiaro che altro è vedere, percepire con gli occhi e altro ancora è osservare, soffermando lo sguardo. E così, camminando, quel gruppo di minutissime figure ha scoperto anche la bellezza del soffermarsi, per cogliere l’essenziale che davvero è invisibile agli occhi di non è capace di fermare, ogni tanto, il moto perpetuo, senza sosta e senza pace, della propria esistenza. “Ho affrontato il problema dell’arte attraverso il cuore- ha scritto Francesco Speranza – umiliandomi di fronte al creato ho dipinto in semplicità e umiltà sapendo che le cose più belle sono le più semplici.” Ecco perché girando in quei crocicchi, ognuno ha volto oltre il suo sguardo, in una nostalgia di infinito: è stato il piccolo grande miracolo del maestro Speranza, in una mattina ariosa e gentile di una domenica d’estate.