Venerdì scorso, il sipario del Teatro Tommaso Traetta si è aperto per l’ultima tappa del Girolio. Si è tenuto il convegno “Lo stile di vita della Dieta Mediterranea come opportunità di mercato: ruolo della donna, convivialità e promozione del territorio” moderato da Michele Mirabella, giornalista e presentatore televisivo.
Girolio a Bitonto, in ultima tappa. «L’Expo2015 sarà tutto dedicata al cibo. – ha affermato Michele Mirabella – La parola cibo è antichissima: sostanza che ci mantiene in vita e ci permette di cantare le lodi a Dio. Dio non creò l’olio, altrimenti all’uomo che restava da fare? Adamo avrebbe guadagnato il pane con il sudore della fronte».
Si è illustrata, poi, la leggenda antichissima che aleggia intorno all’olio, la prima invenzione composta insieme al vino. Per fondare Atene ciascuna divinità fece il suo dono e Atena, appunto, piantò un ulivo per fare la pace e sfamare gli uomini. La vicenda dell’olio è frutto di continui compromessi con la natura. L’olio è simbolo religioso e di pace. Si usa per nascere e morire, oltre che per condire. Bitonto ne è terreno fertile. Il Sindaco Michele Abbaticchio ha rivolto concisi ringraziamenti per la scelta della sua città come ultima tappa del Girolio.
A seguire Enrico Lupi, Presidente dell’Associazione nazionale Città dell’Olio, ha spiegato che del progetto “MedDiet – Dieta Mediterranea e valorizzazione dei progetti tradizionali” fanno parte la Spagna, l’Italia, la Grecia e il Marocco. «La Dieta Mediterranea è un insieme di stili di vita. – ha sottolineato Lupi – Il patrimonio dell’Unesco deve essere vissuto dalla nostra città e nazione perché è veramente un valore aggiunto per imprese e mercato. Nella globalizzazione dei mercati le culture vengono omogeneizzate e la dieta diventa plus valore. Dobbiamo sviluppare menti coscienti finanziando lo studio e disciplinando regole».
Alessandro Zagarella, Esperto Politiche Unesco del Mipaaf, ha detto: «Noi siamo qui a Bitonto, in Puglia, quella che io oserei chiamare la “California italiana“. Bitonto dà nome all’olio».
E’ stato spiegato che il problema preponderante non è tanto produrre, quanto vendere. Perciò è necessario conquistare nuovi mercati, che van penetrati culturalmente e in questo acquista valore il progetto della valorizzazione della dieta mediterranea.
«Credo che stiamo facendo un’opera positiva in uno scenario molto sofferente. – ha concluso Zagarella – Noi guardiamo l’Europa e dobbiamo attrezzarci per il futuro. In Puglia penso che si è pronti per questo. Abbiamo appuntamento all’Expo 2015. Appuntamento da protagonisti coscienti».
Nicola Mercurio, Presidente del GAL Fior d’Olivi, ha decritto MedDiet come una sfida atta al superamento di se stessi e come un’opportunità avvalorata da quanto è stato concesso loro dalla giunta comunale.
Il Presidente Scarascia della Facoltà di Agraria di Bari ha portato i saluti del Rettore Antonio Felice Uricchio e si è congratulato per l’iniziativa che fa luce sull’ulivo, albero sacro a Minerva. «La Puglia è seconda, dopo la Spagna, nella produzione dell’olio con una quota mondiale del 10% circa. – ha detto Scarascia – Si stanno studiando nuove strategie di vendita con una riduzione dei costi e si sta cercando, quindi, di valorizzare soprattutto i sottoprodotti del territorio. Mi auguro che l’iniziativa abbia successo».
A conclusione del giro dei saluti inaugurali del convegno, è intervenuto Antonio Balenzano, Coordinatore del Progetto MedDiet per l’Associazione nazionale Città dell’Olio. «Noi facciamo olio extravergine d’oliva. Ognuno di noi deve far ritornare i ragazzi a sognare altrimenti non avremo nulla da raccontare. L’olio che noi produciamo non basta a livello nazionale. Non è possibile che nei nostri ristoranti non si usi il nostro olio».
Alessandro Ambrosi, Presidente della CCIAA di Bari, ha illustrato il progetto MedDiet. Il progetto riguarda la Dieta Mediterranea, valorizza la sua conoscenza e quella dei prodotti nazionali e coinvolge sei paesi mediterranei (Italia, Egitto, Grecia, Libano, Spagna e Tunisia). MedDiet prevede una serie di iniziative che coinvolgono le Camere di commercio, le scuole, le istituzioni, gli enti locali e le organizzazioni imprenditoriali, realizzate in parallelo e con il comune obiettivo di tutelare la Dieta Mediterranea. Il logo di MedDiet è “We are what we eat”. «“Noi siamo quel che mangiamo”, bene. – interviene Mirabella – Pensate a cosa direbbe un americano medio. Ho fatto un calcolo: su sette miliardi, un paio di miliardi di persone ha 25 kg in più. Vedo dei bambini nelle scuole in sovrappeso, rimango esterrefatto e mi interrogo sul loro futuro. Il mondo della medicina è già preoccupato da tempo, ora lo è anche quello della politica.
Allora che ne pensa Riccardo Garosci del valore dell’educazione all’alimentazione nelle scuole?».
« Il cibo talvolta ha dei problemi legati alla cattiva comunicazione. – ha affermato Garosci, Presidente del Comitato Scuola Expo 2015 MIUR – Il cibo sarà l’argomento che ci bombarderà da qui fino al 2015. Spiegare cos’è l’Expo è difficile, ma è parlare di cibo. Non è una fiera, ma il più grande evento sulla nutrizione. Io rappresento il Comitato Scuola, che ha avviato un programma di educazione scolastica sull’alimentazione. Il 12 % dei ragazzi è in sovrappeso e non sa cosa si sta portando dietro. Questo ricade sulla collettività e l’Italia non può permettersi questo. Nel maggio 2015 iniziano i sei mesi dell’Expo e bisogna prepararsi a questo».
L’Expo si tiene ogni cinque anni e quattro anni prima dell’inizio si sceglie il tema. L’Italia si è candidata nel 2007 con il tema della nutrizione. I partecipanti non sono le aziende, ma i 140 paesi che aprono dei padiglioni dove presentano la loro offerta e chiedono all’Italia delle risposte. Viene poi illustrata agli spettatori la pianta della fiera di Milano che ospiterà il padiglione dell’Italia composto dal Palazzo Italia e dal cardo. Occuperà un totale di 30.000 mq e coinvolgerà 20 milioni di visitatori circa, soprattutto studenti. « Bisogna presentare l’Italia come paese di tradizione e innovazione, favorire la circolazione delle idee e la cooperazione dei territori per lo sviluppo di nuovi prodotti. – ha concluso Garosci – L’ultima Expo è stata nel 1906 e io non voglio far passare altri cento anni per l’Italia».