E’ giunta al termine la Vª edizione del Concorso Nazionale di Poesia “Teresa Gala”, che anche quest’anno ha registrato la partecipazione di un numero considerevole di poeti e poetesse provenienti da tutta Italia.
Lo scorso sabato, presso la scuola primaria “Vito Felice Cassano” si è tenuta la premiazione in presenza della dirigente Anna Teresa Bellezza e della giuria composta dal presidente Nicola Ventafridda, promotore del concorso; Mario Ventafridda; Damiana Riccardi; Oronzo Maggio; Mimmo Larovere e Umberto Ruggiero.
La serata -impreziosita dalle note del pianista Gianfranco Labianca- si è aperta con l’intervento del prof. Nicola Pice che ha conferito il Premio Speciale per l’attività poetica al dott. Domenico Luiso ed ha commentato il relativo componimento. Tra le righe si è percepito il vuoto prodotto dall’intossicazione che investe il vivere quotidiano, macchiato dalla superbia e dalla follia umana.
Il fine ultimo del concorso è stato quello di celebrare la memoria dell’amata consorte di Nicola Ventafridda, nonché Teresa Gala, ma anche quello di valorizzare la poesia come sigillo fra passato e presente, come voce d’assenza e della bellezza. Il premio -consegnato dalla dirigente Anna Teresa Bellezza- è consistito nella consegna di una coppa e di una copia dell’antologia che raccoglie tutti i componimenti di questa Vª edizione del concorso.
Diverse sono state le sezioni del concorso, tra cui una, tuttavia, a tema libero in cui si sono espresse diverse voci della città. Degni di nota sono i contributi di Carolina Abbaticchio (Alba di Primavera), Oronzo Maggio (Malinconia), Damiana Riccardi (Guardandoti), Umberto Ruggiero (13 Febbraio 1945 L’inutile bombardamento di Dresda), Antonietta Speranza (Ulivo), Mario Ventafridda (Occhi di un Dio), Nicola Ventafridda (Portone di quercia).
Nicola ricorda la sua consorte immaginando di oltrepassare l’arco del cielo e di essere abbagliato da un lontano sorriso che si staglia nella dolce melodia di un’altra vita.
Al concorso hanno partecipato anche diverse scuole. Alcuni poeti in erba (under 18) hanno ricevuto un diploma di merito e hanno letto dal vivo le proprie poesie. Invece, hanno ricevuto il primo premio Chiara Giorgio, alunna dell’I.C. Sylos con la poesia “Ghiaccio in scatti” in cui il rifugiarsi in sillabe di parole avverte il contagio di un’infinita voglia di libertà dalle maschere fatte di nulla che si sciolgono in scatti ghiacciati; il secondo premio Federica Avellis, alunna dell’I.C. Cassano-De Renzio con la poesia “Ritorna l’autunno”, in cui le foglie leggere catturano raggi di sole e vestono le campagne come tappeti di carta, nella foschia degli occhi il ricordo di passate stagioni; il terzo premio Ilenio Errico, alunno dell’ I.C Giovanni XXIII-Binetto con la poesia “Tu sei”, elogio di chi accende una luce nel cuore e negli occhi, spazzando via i pensieri.
Una terza sezione del concorso è stata dedicata a Giuseppe Moretti, ricordato come poeta dedito al recupero della lingua dei padri. Per la poesia in vernacolo hanno ricevuto una menzione d’onore i poeti: Damiano Bove con la poesia “La Dèsolate”, inno alla Madre santa e desolata che va cercando per le vie del paese il proprio Figlio; il napoletano Fausto Marseglia con la poesia “Comme nasce na puisia” in cui ha un dialogo continuo con la Poesia, ascolta una voce quasi paradisiaca e l’anima salire in cielo; Vito Tricarico con la poesia “Tammurr” in cui la bassa banda annuncia il dì di festa facendo sentire allegri e leggeri i giovani e i piccini che accorrono e le donne che lasciano i fornelli al suono del tamburello.
Per la sezione adulti, hanno ricevuto menzioni d’onore i poeti bitontini Mariella Cuoccio, Delio Marotta, Rosa Stellacci.
Il primo premio è stato vinto dalla bitontina Carmela Lella con “Domani la terra del volto”, arsa dal sole di mille stagioni, avverte la crudele dolcezza dell’amore che viene portando foschia.
Il secondo premio è stato vinto dalla bitontina Angela Aniello con la poesia “Poeta” in cui «assidua si fa la ricerca del vero -ha raccontato ai nostri taccuini- come radice d’estate nei tafferugli dell’esistere. Può anche scomparire il sole in alcuni meriggi scrivendo parole stremate fino al cielo, lì dove a volte le certezze crollano, ma non si brucia il cuore di chi è talmente pazzo da moltiplicarsi amando oltre il cigolio dell’incoscienza».
Ed ha aggiunto: «Essere premiata mi ha reso felice perchè non è facile leggere e interpretare una poesia. Sentirsi capiti è come essere abbracciati mille volte sorridendo».
Il terzo premio è stato vinto dal barlettano Paolo Polvani con la poesia “Il piccolo fuoco” in cui nello spartito di adagi e silenzi vince chi sa restare aggrappato ai dettagli, rovesciando il buio scrivendo e, dunque, esistendo.