Nell’ambito delle celebrazioni di Memento, è andato in scena, lunedì sera a Mariotto, presso la Chiesa “Maria SS. Addolorata”, il concerto dell’Orchestra Sinfonica Metropolitana di Bari, dal titolo “Memorie”, diretto dal Mº Vito Clemente, voce recitante Antonietta Cozzoli. Il concerto non è solo l’omaggio, pur sì drammaticamente significativo, alla memoria o a chi ha pagato, con la propria vita o con la tragica esperienza della Shoah, il salatissimo conto della follia dei tempi. La musica è, sì, tributo ma è anche vivida, e scomoda, luce gettata sull’indifferenza odierna, che tutto opacizza e dissolve, come se una delle possibilità offerte all’umanità indolente possa consistere nel saltare a piè pari la colpa o nel diluirla nella venialità di un’improbabile Realpolitik. Qui s’intitola “Memorie” quel che deve restare vivo, in quanto lezione: il fatto storico in sé diviene battaglia morale ed emergenza pedagogica. La poliedricità dell’ascolto musicale cui ci si dispone, allora, è tale che il momento artistico nutre il Memento, in modo profondamente originale e ardito, scandagliando psicologie inconosciute e sorde, e preparando il messaggio all’uditorio delle nuove generazioni. E la Musica, cioè l’Arte, sa essere intransigente in questa “sua” difesa della civiltà, e di diritti che si snodano, tutti, attorno al valore della libertà quale dignità dell’individuo. Lo diceva a fine concerto il Mº Clemente, a proposito delle versioni “forti” di certi brani proposti in “Memorie”: « In questi casi nei riguardi dello spettatore è meglio un pugno nello stomaco che l’attenuazione eufemistica del messaggio ». Grande è, dunque, il debito di riconoscenza verso la Musica e l’organizzazione di questo genere di rassegna, come una Mostra, o un Concerto mediante cui si arriva a ricostruire ed inventariare, storicamente e moralmente, quell’inestimabile patrimonio dell’umanità che è la sua Memoria. Gli autori proposti dicono di una pugliesità di sentire che pervade tutto il progetto del Traetta Opera Festival: l’Elegia di Vittorio Pasquale; la Sinfonia Concertata di Filippo Traetta; la Preghiera alla Vergine di Pasquale La Rotella e le Memorie di Vincenzo Anselmi. Brani commissionati dall’Orchestra Sinfonica Metropolitana, o revisionati a cura del Centro Studi Traetta e del T.O.F. Il Mº Clemente ha fortemente voluto i brani di autori pugliesi (il programma è stato confezionato a quattro mani con il maestro Renzi): preghiere religiose e laiche. Di Filippo Traetta, di sacro, a parte i brani che non sono per orchestra, bensì per voce e organo, non si è mai trovato nulla. Continua, dunque, la collaborazione del Traetta Opera Festival con l’Orchestra della Città Metropolitana di Bari. Questo è il quinto anno con sette produzioni all’anno. Impegnativo il lavoro preparatorio: « Questo programma – sostiene Clemente – è il punto finale di un lungo processo. Si parte dalla ricerca del manoscritto o di più di un manoscritto per poter fare la collazione delle fonti; poi facciamo la revisione e la trascriviamo ». La musica, conclude il direttore, come medium comunicativo, è al servizio della parola, ed è oltre la parola: « Un’armonia, una nuance, un timbro ti può dare un’emozione pari se non superiore alla parola soprattutto se pensiamo ad una persona che non abbia lo stesso codice linguistico ». Ed è questa emozione, questo clima d’ascolto compìto, che il concerto di Mariotto ha suscitato: le sonorità rarefatte degli archi hanno poi lasciato lo spazio a sezioni più aspre, come nella detta Elegia di V. Pasquale. E non è sfuggita ai più l’atmosfera un po’ frastornante e ossessiva in cui ci si è compenetrati durante l’esecuzione del melologo di Anselmi. Una nota stridente del violino è parsa un’inconsolabile lacrima. Ma forse, è la musica a suggerirlo, la Memoria vuole lealtà, non lagrime…