Gioacchino
Rossini e il suo dramma comico “Il barbiere di Siviglia” sono stati i
protagonisti, ieri, della seconda serata del Bitonto Opera Festival, all’interno
del chiostro dell’Istituto Sacro Cuore.
Lo
spettacolo, diretto dal maestro Luca Testa, ha portato in scena la storia d’amore
tra Rosina (Lucia Conte) e il conte d’Almaviva (Stefano Sorrentino), ostacolata
dall’anziano tutore di lei, don Bartolo (Giovanni Guarino), ma destinata a
realizzarsi grazie al prezioso aiuto del barbiere Figaro (Maurizio Esposito), una specie di factotum del paese che inventerà numerosi stratagemmi per riuscire nell’impresa di coronare il sogno d’amore dei due protagonisti.
Non sono
mancate libere interpretazioni e improvvisazioni durante l’esibizione, quando,
alla fine del primo atto, mentre gli attori erano impegnati nel coro che chiude
la scena dodicesima, un improbabile arrivo di Biancaneve con i sette nani al
seguito ha stupito gli spettatori. Scena
che rappresenta lo stato di confusione creatosi nella testa di don
Bartolo, dopo che per l’ennesima volta il conte riesce a prendersi gioco di lui
in presenza dei soldati accorsi. E così, con il cervello che «già stordito sbalordito, non ragiona, si
confonde, si riduce ad impazzar» l’anziano tutore, nell’idea del regista,
immagina il personaggio Disney con i suoi nani che gli percuotono il capo.
Nel secondo
atto, inoltre, l’attore Giovanni Guarino ha voluto rendere omaggio a Bitonto
sostituendo il nome del grande compositore bitontino Tommaso Traetta a quello,
presente nell’opera originale, di Caffariello (in realtà anch’egli bitontino).
«Ho voluto rendere il mio omaggio a Bitonto,
una città viva dal punto di vista culturale, citando Traetta a cui mi sento
molto legato» ha sottolineato l’attore ai nostri taccuini.
Guarino,
infine, a chiusura dello spettacolo, ha ricordato che, l’anno prossimo,
ricorrerà il duecentesimo anniversario della realizzazione dell’opera “Il
barbiere di Siviglia”, la cui prima esecuzione risale al 20 febbraio del 1816
presso il Teatro Argentina di Roma.