C’è un filo rosso – colore del Barbera, del sangue, della passione, avrebbe suggerito Giovanni Arpino – che unisce la sorte di Vito Sante Miolli e la vita di Nicola Lavacca.
Il primo era un giovane calciatore che per puro caso non perì nella tragedia di Superga. Il secondo ha sognato sin da piccolo di fare il giornalista ed oggi lo è come ce ne sono sempre meno, bracconiere di storie dal fiuto infallibile essendo.
E’ stato Nicola, infatti, a scoprire la vicenda fortunosa e appassionante di Vito Sante, il ragazzo di origini pugliesi che avrebbe dovuto vestire la maglia gloriosa del Grande Torino di Valentino Mazzola e Valerio Bacigalupo, Franco Ossola ed Ezio Loik, Virgilio Maroso ed Eusebio Castigliano e tanti altri assi, che illustrarono la nostra Patria ferita, che provava a risorgere dalle macerie della seconda guerra mondiale.
A causa di una pleurite, l’imberbe pedatore fu costretto a rimanere a casa. E non prese mai quell’aereo che poi il 4 maggio del ’49, di ritorno da Lisbona, in un pomeriggio addolorato di pioggia e nebbia, si schiantò contro la Basilica sulla collina torinese.
Grazie al racconto di questa storia straordinaria, pubblicata su “La Gazzetta del Mezzogiorno”, il giornalista
bitontino ha vinto il Premio “Michele Campione”, XI^ edizione, nel
settore sport.
E’ la seconda volta che Lavacca si aggiudica il Premio Campione,
avendolo vinto nel 2009 per un servizio realizzato su “La Gazzetta dello Sport”.
Al nostro valente collega vanno i complimenti più sinceri di tutta la redazione del da Bitonto per il più che meritato riconoscimento.