La mafia è il comune denominatore della giornata
conclusiva del Bif&st 2014 di sabato 12 aprile.
Lo scrittore
Camilleri, intervistato da Pif, regista de “La mafia uccide
solo d’estate”, racconta dei film tratti dai romanzi di Leonardo Sciascia, subito dopo la
visione di “A ciascuno il suo” di Elio Petri con Gian Maria Volonté a cui
quest’anno, a vent’anni dalla scomparsa, era dedicata la kermesse barese.
«Sia io
che Leonardo siamo vissuti sotto il segno di Pirandello. Devo molto a lui,
ancora oggi, quando ho le batterie scariche leggo tre pagine di Sciascia, mi
ricarico – dice con voce graffiante Andrea Camilleri -. Per
me è come andare dall’elettrauto, l’elettrauto Sciascia».
«Se
volete il mondo cambia – continua -. Ognuno vive il proprio tempo,
sviluppando quei sistemi di vita. Leonardo era un pesce fuor d’acqua della
politica, se divenne deputato fu solo per accedere a dei documenti, che da
comune cittadino, non avrebbe mai potuto vedere».
Racconta e parla dei suoi romanzi preferiti Camilleri
e ironizza raccontando un aneddoto: «Era
il dicembre 1999, quando mi chiamò un corrispondente da Madrid, e mi fa: “Qual
è il suo romanzo preferito del 900?” e io rispondo “I promessi sposi” e riaggancio. Dopo un istante riflettevo con mia
moglie che il Manzoni lo scrisse nell’800 e fui richiamato e corretto, al che
dissi “Ma è così attuale…” e l’altro mi disse “Le posso suggerire il ‘Il Gattopardo’?”
e io gli feci “No, quello è dell’800”».
E poi commenta: «”Il Gattopardo” è un romanzo scritto per i piemontesi, una presa per i fondelli che
fa il compianto alla nobiltà che è stata per la Sicilia una forza frenante per
il progresso».
L’autore racconta dell’esperienza cinematografica con Sciascia: «Non voleva collaborare per nessuna trasposizione delle sue opere perché tutto si esauriva nella sua scrittura.
Il suo stile si basa sulla metafora, l’allusione, che rimanda ad un altro discorso. E con tutta la
buona volontà, rischi la banalità, rischi errori. Perfino questo di Petri (“A
ciascuno il suo”, ndr) ha degli errori grossolani: quello che salva il film è Volontè che tira
fuori uno sguardo che esplode alla ricerca della verità, come una lumaca».
E quando Pif, da siciliano a siciliano, gli chiede
lumi su una critica che gli è stata mossa all’uscita del suo film ovvero
di aver per l’ennesima volta associato la mafia alla Sicilia, Camilleri taglia
corto: «La mafia esiste, esiste e allora bisogna parlarne. Altrimenti si fa
come quel cardinale che diceva che era un’invenzione della stampa. Allora tutta
quella gente chi l’ha ammazzata, i fulmini?».
Un altro incontro generazionale, in fondo, si compie
anche nell’ultima anteprima internazionale del Bari International Film
Festival, il nuovo film firmato da John Turturro e da lui
interpretato insieme a Woody Allen: “Fading Gigolò- Gigolò
per caso“, in uscita in Italia il 17 aprile.
E, dopo il
film, le premiazioni. In Panorama Internazionale ad aggiudicarsi Il Premio
Internazionale al miglior regista, secondo una giuria di 30 spettatori
presieduta da Francesco Bruni, è il georgiano Zaza
Urushadze, autore del toccante film pacifista “Tangerines“.
È, invece, una giuria
espressa dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI)
a determinare i premi del concorso ItaliaFilmFest/ Lungometraggi.
Cinque premi vanno a “Il capitale umano” di Paolo
Virzì, per il miglior regista, la migliore
sceneggiatura di Virzì,
Bruni e Francesco Piccolo, il migliore attore
protagonista a Fabrizio Gifuni, la miglior attrice
non protagonista a Matilde Gioli e il miglior
montatore Cecilia Zanuso. Il miglior produttore è Gianluca
Arcopinto per “L’amministratore” di Vincenzo
Marra e “La mia classe” di Daniele Gaglianone. Antonio
Morabito è premiato per il miglior soggetto del suo “Il
venditore di medicine” prodotto dalla Dinamofilm, cui Amministratore è il bitontino Gianfranco
Parisi.
Di Song ‘e Napule dei Manetti
Bros sono premiati il migliore attore non protagonista, Carlo
Buccirosso, e le migliori musiche a Pivio e Aldo
De Scalzi.
Migliore attrice è Valeria Golino per Come
il vento di Marco Simon Puccioni, film che fa suo anche il
premio per il migliore direttore della fotografia Gherardo
Gossi.
Migliore scenografia quella firmata da Giancarlo
Basili per “L’intrepido” di Gianni
Amelio e migliori costumi quelli di Maria Rita Barbera per
il film di Daniele Luchetti, “Anni felici”.
L’appuntamento con il Bif&st per il prossimo anno è dal 21 al 28 marzo 2015.