Per quasi mille anni sono stati calpestati da milioni di
fedeli. Milioni di preghiere sono state pronunciate su quei gradini, esempi di
un’arte che giorno dopo giorno perdeva splendore.
Il logorio del tempo, unito a restauri scellerati, hanno
infatti intaccato i gradini dell’altare
della Basilica di San Nicola di Bari, storici al pari dell’intera chiesa.
Ebbene, da qualche giorno quei gradini sono rinati a
nuova vita.
Il merito è degli studenti
del 2° anno del corso di laurea in “Conservazione e Restauro dei Beni culturali”dell’Università degli Studi di
Bari. Un corso di studi poco noto anche nello stesso capoluogo, ma che
dimostra di essere realmente professionalizzante.
Grazie alla sinergia tra la Basilica, retta da Padre Ciro, dell’Università e della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio,
le professoresse Vescera e Martinellihanno potuto guidare gli studenti nel delicato restauro. Nel gruppo non poteva
mancare anche una componente bitontina. Tra i giovani restauratori c’era anche
la nostra concittadina Valeria
Sblendorio.
Da gennaio, insieme ai suoi colleghi, Valeria ha seguito
un laboratorio di 300 ore in cui si sono analizzate le problematiche di
degrado. Dopo aver osservato la documentazione fotografica, si è proceduto con
l’intervento che è consistito nella pulitura della superficie marmorea,
rimozione delle stuccature in cemento che deturpavano il manufatto e sostituzione
delle stesse con materiale più idoneo, ovvero malte che completano l’opera.
Infine è stato applicato il protettivo, per preservare il marmo delicato.
I gradini risultano particolari per la tecnica esecutiva
utilizzata, cioè scultura con incrostazioni in mastice. Sono marmi di rimpiego
che vengono scolpiti e all’interno degli alveoli viene applicato un amalgama
che prevede l’uso di materiali diversi, tra cui, in questo caso, anche delle
paste vitree colorate.
Grande l’entusiasmo di Padre Ciro che ha potuto
inaugurare l’opera finita il 22 giugno, giorno in cui nel 1197 avvenne l’intitolazione
della Basilica.
“È stato
un lavoro straordinario, realizzato dai ragazzi sotto la guida dei sapienti
docenti e della Sovrintendenza – ha commentato Antonio Felice Uricchio, rettore dell’Università
degli Studi di Bari -. Abbiamo fortemente
creduto in un corso altamente innovativo e siamo contenti che ci sia stata
sinergia con le altre istituzioni”.
“La
scelta di San Nicola è stata giusta e importante –
ha sottolineato l’architetto Carlo Birrozzi,
soprintendente di Bari -. Sono contento e
credo che il rapporto con l’Università debba andare avanti”.