Il 9 novembre è passato alla Storia per essere stato, nel 1989, il dì del crollo del muro di Berlino, e quindi di un evento decisivo per le sorti della Guerra fredda, che però finirà ufficialmente due anni dopo con il crollo dell’Unione Sovietica.
Il 9 novembre, però, è anche la data di un altro episodio storico a dir poco clamoroso. Tutt’altro genere, certo, ma pur sempre da notizia. Non siamo in Germania, ma neanche tanto distanti, perché dobbiamo spostarci in Olanda. È il rapimento più costoso che la storia ricordi, anche perché il protagonista assoluto era uno degli uomini più ricchi e famosi dell’epoca: Alfred Henry Heineken, il proprietario della famosa società produttrice di birra.
Nella sera di quel dì del 1983, allora, accade qualcosa che nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Heineken e il suo autista, Ab Doderer, sono rapiti all’uscita del loro ufficio.
I sequestratori erano cinque ragazzi che cercavano la maniera migliore per guadagnare facilmente a spese degli altri, ma tra loro c’erano due soggetti tutt’altro che sprovveduti: Cor van Hout, la mente del colpo, e suo cognato Willem Holleeder, figlio di un ex-autista personale di Heineken e ancora oggi considerato come il criminale più pericoloso di tutti i Paesi Bassi.
Prima del rapimento di Heineken, la banda era già stata coinvolta in una serie di rapine a mano armata e si occupava dello sfratto degli squatters per conto dei proprietari immobiliari. Ma i guadagni erano effimeri e non permettevano la vita agiata che tanto avrebbero desiderato. Necessitavano, allora, di una svolta miliardaria. Rapire l’uomo che era ogni giorno era sui giornali e con ricchezze e fortune da favola. Il colpo del secolo, allora.
La banda lo ha preparato per ben due anni e, dopo vari fallimenti, hanno portato Heineken e l’autista in un capannone nella periferia di Amsterdam rinchiudendoli in due stanze insonorizzate, tenendoli incatenati a una parete in condizioni tutt’altro che favorevoli.
Il rifugio era stato preparato in anticipo e nei minimi dettagli, talmente curati che è stato impossibile da scovare, anche per la polizia. Dopo 21 giorni di inutili ricerche, allora, accade che la famiglia di Heineken è costretta a pagare il riscatto più alto mai sborsato per un rapimento: 35 milioni di fiorini olandesi, corrispondenti a 25 milioni di euro di oggi, parte dei quali non sono mai stati trovati dalla polizia.
Nonostante il riscatto pazzesco, i sequestratori non hanno liberato i due uomini, che sono stati rintracciati soltanto grazie a una telefonata anonima arrivata alla polizia che spiegava le coordinate precise del luogo di detenzione e l’identità dei componenti della banda. Tre sono stati arrestati prima che andassero altrove, mentre proprio Cor van Hout e Willem Holleeder sono riusciti a scappare e rifugiarsi in Francia, prima di essere trovati a Parigi sei mesi dopo il rilascio di Heineken.
Soltanto tre anni dopo, però, sono stati estradati nei Paesi Bassi, processati e condannati a 11 anni di carcere, di cui però, ne hanno scontati solamente cinque.
Dopo la fine della pena, hanno organizzato una festa in cui c’era una band che ha suonato il jingle di Heineken. Hanno celebrato il fatto di essere riusciti a nascondere alle ricerche della polizia una parte del riscatto – circa un quarto, quindi diversi milioni di euro di oggi – che avevano già iniziato a investire nel traffico di droga negli anni del carcere e che Heineken non ha mai reclamato per paura di ritorsioni.
Il sequestro Heineken è arrivato anche nei cinema, con un film del 2015 interpretato anche da Anthony Hopkins, e nelle librerie, con un libro di Peter R. De Vries e dal titolo “The Kidnapping of Alfred Heineken”, da cui proprio la pellicola è tratta.