Ricorso straordinario al presidente della Repubblica.
È l’ennesima strada che più di qualche azienda ha tentato e sta tentando per far valere i propri diritti e ragioni in merito all’atavica questione del recupero dei maggiori oneri espropriativi inerenti la Zona del Piano per gli insediamenti produttivi, quella Pip per intenderci.
I fatti sono abbastanza noti, complessi al tempo stesso e vanno avanti da oltre un ventennio (clicca qui per articolo https://bit.ly/2PLx8dz).
Ricordiamoli brevemente: succede che, quando sono state firmate tutte le carte per l’assegnazione dei suoli/fondi/lotti (per intenderci, il primo cittadino era Umberto Kuhtz), era previsto che tutti gli oneri che il Comune avrebbe sopportato per l’acquisizione dei suoli, dovevano essere ricompensati dagli assegnatari dei lotti. Nel tempo e negli anni, però, si sono susseguite – e non sono state affatto poche – condanne inflitte a Palazzo Gentile (perché, secondo la Corte costituzionale, tali suoli non andavano venduti a prezzo agricolo ma secondo il valore di mercato), e allora da corso Vittorio Emanuele hanno seguito un criterio ben preciso: richiedere le somme indietro agli assegnatari dei lotti, così come fatto per la zona 167, e così come ha imposto di fare persino la Corte dei conti.
Chiaramente, però, questo modus operandi non è piaciuto né al Comitato della Zona artigianale, da dove hanno espresso più di qualche perplessità, dubbi, incertezze, sia dalle singole imprese, aziende e ditte, che hanno deciso di chiamare in causa direttamente il capo dello Stato.
E da Palazzo Gentile hanno deciso, chiaramente, di “resistere” a questi ricorsi straordinari.
“Questa decisione da parte dei privati è legittima e comprensibile – spiega il sindaco Michele Abbaticchio – perché serve anche a noi per capire se, a livello formale, come Comune possiamo fare qualcosa per alleviare questa situazione creatasi più di 20 anni fa. Come amministrazione ci siamo posizionati in modo assolutamente costruttivo rispetto a questo procedimento e in linea su ciò che la legge ci dice di fare, ma sempre cercando di capire in cosa possiamo essere utili per uno sviluppo più omogeneo del territorio. Adesso aspettiamo questi ricorsi e, in base a quello che ne verrà, ci comporteremo di conseguenza”.