Il messaggio è chiaro e al tempo stesso deciso: “Ho chiesto formalmente a tutti gli uffici comunali interessati di rispondere e renderci di conto di tutte le puntualizzazioni tecniche esposte dal Comitato della Zona artigianale. Fino al momento in cui non verrà tutto chiarito, ho invitato gli uffici a sospendere gli atti successivi”.
Il sindaco Michele Abbaticchio riaccende i fari sulla parte più a nord della città, torna sulla questione oneri di urbanizzazione ed espropri, e risponde indirettamente alla minoranza che nell’ultimo Consiglio comunale, per bocca di Cosimo Bonasia (Insieme per la città), aveva sollevato più di qualche critica, chiedendo che fosse annullata una delibera di giunta di giugno.
La situazione è complessa e va avanti da un ventennio, e ci viene spiegata direttamente da fonti istituzionali. Succede, in pratica, che, quando sono state firmate tutte le carte per l’assegnazione dei suoli/fondi/lotti (per intenderci, il primo cittadino era Umberto Kuhtz), era previsto che tutti gli oneri che il Comune avrebbe sopportato per l’acquisizione dei suoli, dovevano essere ricompensati dagli assegnatari dei lotti. Nel tempo e negli anni, però, si sono susseguite – e non sono state affatto poche – condanne inflitte a Palazzo Gentile (perché, secondo la Corte costituzionale, tali suoli non andavano venduti a prezzo agricolo ma secondo il valore di mercato), e allora da corso Vittorio Emanuele hanno seguito un criterio ben preciso: richiedere le somme indietro agli assegnatari dei lotti, così come fatto per la zona 167, e così come – spiegano sempre fonti derivanti da Palazzo di città – ha imposto di fare persino la Corte dei conti.
Questo modus operandi, però, non è piaciuto al comitato della Zona artigianale, da dove hanno espresso nei giorni scorsi più di qualche perplessità, dubbi, incertezze, volendo, quindi, vederci chiaro.
Di qui, allora, la mossa del primo cittadino, annunciata ieri sulla sua pagina Facebook, e attuata attraverso una lettera inviata il 18 ottobre ma protocollata nella giornata di ieri, alla quale gli uffici devono rispondere necessariamente entro 30 giorni.
“Ovvio che – ha aggiunto ai nostri taccuini Abbaticchio – le quote da pagare ci sono, e ci rendiamo conto che i proprietari si ritrovano a pagare una somma x per un contratto che però ha 20 anni e non ho certamente fatto firmare io. Stiamo cercando di trovare una soluzione adeguata per tutto e tutti, e anche per questo che per tutti i calcoli, le rateizzazioni e cose di questo genere abbiamo avviato una procedura di consultazione”.