“La Xylella è un’emergenza nazionale, va trattata come fosse un terremoto”.
Una frase forte quella di Gennaro Sicolo, presidente del Consorzio Nazionale Olivicoltori, intervenuto ieri all’audizione in Commissione Agricoltura per l’indagine conoscitiva sull’emergenza legata alla diffusione della Xylella fastidiosa nella Regione Puglia.
Parole particolarmente sentite quelle del bitontino, che ha strappato gli applausi di tutti i presenti.
Di seguito la versione integrale del suo discorso:
“Buon pomeriggio Presidente, buon pomeriggio a tutti voi Deputati della Commissione,
vi ringrazio per l’invito a questa audizione nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla Xylella Fastidiosa che sta colpendo in maniera seria e grave l’olivicoltura italiana.
Come al solito, come è nel mio stile, non parlerò in politichese ma cercherò di analizzare, nei minuti che mi sono concessi, una situazione drammatica affrontata nel corso degli anni in maniera poco seria e poco decisa.
Permettetemi di farvi notare che questa indagine arriva con qualche anno di ritardo.
Naturalmente non ve ne faccio una colpa.
Anzi andreste lodati per questa iniziativa perché finalmente tutti hanno assunto consapevolezza di questo cancro che sta colpendo le nostre campagne.
Sgombriamo il campo da tutti gli equivoci creati ed alimentati ad arte da qualcuno: la xylella esiste ed è un grave problema italiano ed europeo.
E con la xylella, allo stato attuale, si deve convivere perché manca ancora una risposta scientifica in grado di sconfiggere il batterio.
Detto ciò, è giusto analizzare ciò che è stato fino ad oggi.
Per anni la xylella è stata insabbiata, quasi non fosse mai esistita, e se adesso finalmente affrontiamo la questione è solo perché qualcuno – pochissimi -, tra cui il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori, ha tenuto alta l’attenzione.
Vi racconto un episodio: 7 marzo 2018.
Infoxylella.it, portale gestito da tanti bravi volontari, a cui va il mio plauso, dopo aver studiato ed analizzato i report dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, comunica che in pochi mesi le piante di ulivo infette nella zona di contenimento, quella in provincia di Brindisi per intenderci, sono più che triplicate.
Nel silenzio generale, chiamati in causa da questi volontari, il CNO pubblica i dati attraverso un comunicato stampa, ripreso da tutti i più importanti telegiornali e giornali d’Italia, e la xylella torna finalmente ad essere IL PROBLEMA DA AFFRONTARE.
Questi primi passaggi del mio intervento mi consentono di sottolineare come sia stata proprio LA POLITICA, IN TUTTE LE SUE ARTICOLAZIONI TERRITORIALI, CENTRALI E PERIFERICHE, A MANCARE CLAMOROSAMENTE IN QUESTA BATTAGLIA.
GLI OLIVICOLTORI SALENTINI E PUGLIESI SONO STATI LASCIATI SOLI IN BALÌA DI UN NUMEROSI SANTONI NULLAFACENTI, PSEUDOAMBIENTALISTI e PSEUDOAGRICOLTORI, CONTESTATORI DI PROFESSIONE, che è riuscita a mettere in piedi un complesso sistema di fake news, alimentato dai social e dall’ignoranza in materia di tanti, nel quale molti sono colpevolmente cascati.
Il problema serio è che questo sistema di fake news si è nutrito per anni della connivenza di amministratori locali, amministratori regionali, presidenti, consiglieri comunali, consiglieri regionali, deputati, senatori, attivisti, giornalisti, e anche organizzazioni agricole creando un danno enorme e incalcolabile al territorio e all’economia.
La xylella in poco più di cinque anni, da una zona circoscritta a pochi terreni e poche decine di piante, è arrivata a colpire tre province minacciando tutta la Puglia e l’Italia olivicola.
A questa campagna di disinformazione si sono sommati comportamenti inadeguati, che in alcuni casi ritengo omissivi, da parte di chi era preposto alla gestione dell’emergenza.
Vogliamo chiarezza sui ritardi della Pubblica Amministrazione e capire perché non si è agito come la normativa impone, consapevoli che le Decisioni comunitarie in materia di organismi da quarantena sono immediatamente esecutive.
La materia fitosanitaria è disciplinata da direttive e regolamenti comunitari, da leggi dello Stato e delle Regioni nel rispetto delle proprie competenze.
L’attuazione delle Decisioni comunitarie è un obbligo, e nessuno può avanzare dubbi.
È necessario individuare nella “catena di comando” chi aveva, per le proprie responsabilità, l’obbligo dell’agire e non lo ha fatto o non lo ha fatto correttamente.
Oggi l’Italia è stata deferita alla Corte di Giustizia e rischia una procedura di infrazione per non aver dato esecuzione agli abbattimenti delle piante infette.
Chi ha responsabilità amministrative e Politiche deve essere chiamato a rispondere dei danni arrecati alle tasche degli olivicoltori e anche del danno erariale arrecato, anche a fronte degli enormi costi che oggi devono essere sostenuti per le azioni di contenimento della Xylella ormai esplosa.
Nessuno deve pensare di fuggire dalle proprie responsabilità e dai propri comportamenti!
Ciò che non ha consentito al Commissario Silletti di agire, per esempio, è stato anche il conflitto di attribuzione di competenze che erano in capo alla Regione e che ne ha permesso di impugnare strumentalmente gli Atti, pienamente legittimi, in materia di contrasto alla Xylella.
Oggi è necessario agire, capire chi deve fare cosa, con chiarezza.
Non è accettabile che 29 ricorsi individuali dal 2015 ad oggi siano stati la presunta causa che ha impedito gli abbattimenti, quando sappiamo che sui nuovi focolai le notifiche di abbattimento vengono recapitate con mesi di ritardo o non vengono addirittura emesse, nonostante la disponibilità degli olivicoltori a procedere alla rimozione delle piante infette.
Una puntuale azione di contenimento, con abbattimenti rapidi e costante monitoraggio (quest’ultimo davvero efficiente solamente negli ultimi 12-18 mesi) avrebbe impedito di avere oggi una delimitazione così estesa.
Non capisco perché le regole dell’Unione Europea, soprattutto quelle dolorose legate all’eradicazione delle piante infette, non debbano essere seguite in Italia, mentre negli altri focolai di xylella, e sono molti, sparsi nel Continente, in Francia, Spagna, Germania, si.
Sono il Presidente della più importante organizzazione della produzione olivicola italiana ma, prima ancora, sono fiero di essere un olivicoltore vero, un agricoltore. Per noi tagliare un albero è un dolore atroce.
Ma siccome ormai abbiamo maturato la consapevolezza di come sia necessario, per contenere la proliferazione del batterio, tagliare le piante malate, facciamolo.
Facciamolo in fretta.
Le procedure vanno semplificate, come avviene per altri patogeni da quarantena, ma soprattutto va chiarito chi ha la responsabilità di fare cosa e in che tempi, i comportamenti omissivi che hanno prodotto questa situazione devono essere perseguiti.
SNELLITE LA BUROCRAZIA!
Come avviene negli altri paesi, una volta individuata la pianta malata lo Stato deve procedere subito con l’eradicazione e solo successivamente deve avvisare il proprietario della stessa.
VA GARANTITO ALLO STESSO TEMPO PERÒ L’IMMEDIATO RISTORO E LA POSSIBILITÀ DI REIMPIANTO.
Non possiamo più leggere di milioni di euro destinati alle imprese e stornati, perché andati in economia.
È INACCETTABILE, PER TUTTI I BRAVI OLIVICOLTORI CHE HANNO CAPITO IL PROBLEMA E CHE SONO INTERVENUTI TAGLIANDO LE PIANTE MALATE, ASPETTARE 3 ANNI PER LIQUIDARE GLI INDENNIZZI CON LE DISPONIBILITÀ FINANZIARIE IN CASSA.
Altra complessa questione: le buone pratiche agricole.
Aratura, potatura, concimazione organica sono assolutamente necessarie e tutti i ricercatori che si sono occupati seriamente di xylella hanno ormai dimostrato che una cattiva cura dei terreni porta l’insetto vettore della malattia, la sputacchina, a proliferare più velocemente.
Onestà intellettuale mi consente di dire che anche qualche proprietario terriero ha delle colpe proprio in funzione dei terreni abbandonati e lasciati incolti.
E non serve un investigatore per scoprire che questi proprietari sono gli stessi che magari diffondono le notizie false, sono gli agricoltori creduloni che hanno abboccato (per fortuna pochi, ma rumorosi), sono gli stessi pseudoambientalisti e pseudoagricoltori che sostengono l’esistenza di cure alternative e che continuano a dire che la xylella è un’invenzione.
La proposta che vi faccio e che vi prego di studiare e approfondire è questa: TOGLIAMO GLI AIUTI PAC A QUESTA GENTE CHE ABBANDONA I CAMPI E INSEGUE STUPIDE TEORIE E DIAMO QUEI SOLDI AI TANTI OLIVICOLTORI SALENTINI E PUGLIESI SERI CHE FANNO BENE IL LORO LAVORO E CHE SONO LE VITTIME DI QUESTA SCIAGURA ESPLOSA NEL TEMPO ANCHE PER I COMPORTAMENTI DI QUESTI PERSONAGGI.
Questi aiuti arrivano proprio per fare aratura, potatura, concimazione organica e non per abbandonare i terreni e inseguire invenzioni.
Io credo che questo sarebbe un buon deterrente per silenziare un po’ di gente che parla senza né arte e né parte e iniziare a contrastare il batterio della xylella con serietà e responsabilità.
Ovviamente la sputacchina non è un insetto intelligente che passa nei terreni incolti dei privati ed evita i terreni pubblici incolti.
Quindi vi chiedo di accelerare anche la pulizia dei terreni comunali e provinciali, incentivando gli amministratori locali ad emanare ordinanze sia per il verde pubblico, sia soprattutto per obbligare i privati a lavorare i campi.
Vi è la possibilità di utilizzare le risorse per le politiche di coesione destinate alla riqualificazione del verde nelle aree dismesse o degradate. Con un progetto serio potremmo avere terreni puliti in ogni città.
Progetti virtuosi in grado di creare economia anche per le imprese.
Attività per i vivai, altro settore in grande crisi, e per le imprese agricole del territorio utilizzando quanto previsto dal Decreto Legislativo 228/2001 all’articolo 14 che consente alle Pubbliche amministrazioni di affidare agli agricoltori alcune attività.
La pulizia dei terreni è fondamentale.
Torno sull’argomento reimpianto.
Aiutate gli olivicoltori pugliesi a riprendere la produzione.
Acceleriamo sulla questione, magari sperimentando quelle cultivar che sono più resistenti.
La Puglia è il cuore produttivo dell’olivicoltura italiana, il 50% della produzione arriva proprio da questa Regione.
Il Salento, soprattutto nella parte ionica, rischia di arrivare entro un paio d’anni a produzione zero, e ha perso in questi anni l’80% del prodotto a causa della xylella.
I terreni hanno perso praticamente tutto il loro valore fondiario, migliaia di aziende sono ridotte sul lastrico e i posti di lavoro persi sono incalcolabili.
E con l’avanzata verso Nord del batterio sarà sempre peggio.
Servono interventi rapidi e decisi.
La dimensione del problema è enorme ed è necessario agire rapidamente.
Per questo chiediamo un programma organico di interventi in grado di attivarsi subito utilizzando le risorse già disponibili sui fondi dello sviluppo rurale e delle politiche di coesione 2014-2020 utilizzando le procedure scritte che le normative già prevedono e che in tempi contenuti consentono di approvare modifiche ai programmi.
Abbiate il coraggio di approntare un nuovo Piano Olivicolo Nazionale che dia risposte anche a questa emergenza.
Se l’obiettivo è quello di aumentare la produzione italiana, la Puglia non può essere abbandonata.
Gli olivicoltori e i territori hanno bisogno di risposte certe.
I frantoi nelle zone più colpite non apriranno quest’anno.
I frantoiani vanno sostenuti in questa fase che perdurerà a lungo affinchè riescano a mantenere in vita attività che rappresentano la storia della nostra terra.
LA XYLELLA È UN’EMERGENZA NAZIONALE E VA TRATTATA COME SE FOSSE UN TERREMOTO PERCHÉ TALE È LA PORTATA PER MIGLIAIA DI FAMIGLIE.
Bisogna salvare i produttori olivicoli italiani ed il prodotto simbolo dell’Italia nel mondo, l’olio extravergine d’oliva italiano, dagli attacchi di molti avvoltoi, da fattori esterni come la xylella ed anche da fattori interni al sistema olivicolo, come abbiamo visto negli ultimi mesi, che puntano a calpestare la dignità dei produttori e mirano a far passare per italiano anche miscele, oli deodorati, oli italici e tante altre schifezze.
Concludo il mio intervento con due osservazioni e preghiere.
Sono entrambi due richiami alla responsabilità.
Voi politici, voi che guidate il nostro Paese, avete il dovere di affrontare i problemi dei cittadini, in questo caso di noi olivicoltori.
Avete il dovere di farlo con responsabilità, ascoltando soprattutto le vittime di questo disastro e la scienza.
Ci sono tanti bravi scienziati, ricercatori, penso al Cnr di Bari ma anche ad altri enti come il Crea, che da anni stanno provando a dare delle risposte.
Ascoltateli sempre, non solo in audizione o nel momento di maggiore difficoltà.
Vale per l’olivicoltura, ma vale per tutti gli argomenti della nostra vita quotidiana.
Infine, per favore, non cedete alle lusinghe e ai richiami dei millantatori e dei seminatori di notizie false.
Proprio in tal senso trovate in allegato a questa relazione l’esposto denuncia, presentato a fine maggio alle Procure di Bari, Lecce, Brindisi e Taranto contro chi ha contribuito, attraverso la pubblicazione di notizie false, alla distruzione dell’olivicoltura pugliese e salentina.
Il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori in maniera pubblica e ufficiale attraverso questo atto ha rotto per primo il muro di omertà e ha preso posizione in maniera netta.
Da qualche settimana anche l’Associazione Nazionale dei Florovivaisti Esportatori, gente perbene che rappresenta un fiore all’occhiello dell’Italia nel mondo e che è duramente messa alla prova dalla xylella come noi, con il Presidente Leonardo Capitanio ha presentato un esposto analogo.
Siamo gli unici nella fitta foresta di sigle e associazioni del settore.
Fatelo anche voi. Denunciate, dalla vostra posizione, questi irresponsabili.
Siate l’esempio in questa battaglia di legalità.
Solo così saremmo certi di poter combattere in maniera unitaria e convinta questa guerra molto lunga contro la xylella.
Se così non sarà, sappiate che l’avanzata della xylella porterà allo scoppio di una vera e propria bomba sociale con conseguenze devastanti per le famiglie delle aziende olivicole e delle aziende dell’indotto.
Una bomba sociale che rischia di minare anche l’ordine pubblico.
Quindi vi chiedo azione e responsabilità.
Fate bene, fate in fretta.
È davvero l’ultima occasione“.
Ecco il video del suo intervento: