Questa volta, la voce del poeta Nino Gentile non ha la stessa energia che la contraddistingue. È una miscela di consueto vigore, sì, ma pure di dolorosa rabbia.
È un fiume in piena, questo elegantissimo e orgoglioso figlio della nostra terra, che ha una grande storia da raccontare: da disegnatore di modelli ha servito tutte le più importanti case di moda d’Italia e non solo, avendo ereditato l’inclinazione artistica dal papà, che fu allievo della gloriosa Scuola di Disegno e Architettura “Spinelli”.
“Riprendetevi la città – è l’incipit dell’appassionato monito -, non lasciatela in mano ai barbari. Bitonto è una terra famosa in tutto il mondo per i suoi capolavori, per i suoi immensi musicisti, per architetti di grande vaglia, per intellettuali dalla mente lucente, non fatevi sopraffare da quattro balordi, la violenza non può sconfiggere l’arte, ma deve accadere il contrario. La cultura deve riconquistare terreno”.
“Certo, se si è arrivati al punto che una donna innocente è stata uccisa è perché nel tempo qualcuno ha dimenticato di curare con amore questo terreno ed ha fatto sì che ci crescesse la mala pianta. Penso sempre alla scuola di Disegno che frequentava il mio babbo e che poteva essere riaperta per dare un futuro concreto a tanti ragazzi, anche difficili. Per questo vi imploro: salvate la mia Bitonto a colpi di Bellezza. Solo così potrà rinascere di nuovo”, conclude emozionato Gentile.