Vivere secondo una Fede incrollabile è sempre più forte d’avere un cruccio dentro.
Così, Chiara e Francesca tornano “all’attacco” e, visto che la loro voce pare non l’ascolti nessuno, si rivolgono direttamente al Vicario di Cristo in terra e scrivono una lettera piena di emozione e verità a Papa Francesco.
Nella missiva, raccontano la loro vita e, soprattutto, la profonda devozione nella Santissima Vergine Maria, Regina del Castello a Oliveto Citra, nel salernitano.
Narra la sua esistenza travagliata da lutti – papà, mamma e fratello nel breve torno di pochi anni – Francesca Siragusa, rimasta sola giovanissima e in pensoso viaggio nel piccolo centro in provincia di Salerno proprio quel fatidico 24 maggio 1985, quando accadde la prima apparizione della Madonna ai 12 bambini, che oggi, sparsi per lo Stivale, portano il Verbo della Vergine.
Inevitabile fu il clamore di quell’avvenimento e don Peppino Amato nella Chiesa di Santa Maria della Misericordia accoglieva i pellegrini con affetto e religiosa partecipazione.
Alla scomparsa del sacerdote, il ministero mariano è stato ereditato e portato avanti compiutamente da don Luigi Moretti.
Tuttavia, la Chiesa ufficiale guarda con dovuta e prudente attenzione il “Caso Oliveto Citra”.
Francesca, oggi, vive con la signora Chiara Aresta, una donna che ha resistito a dolori e sofferenze innumerevoli, anche grazie allo sguardo rivolto ognora verso l’Altissimo.
Per trent’anni dama di carità dell’Unitalsi a Lourdes, ha trasformato il suo appartamento in un luogo di rifugio per chi cerca la pace del cuore tramite la preghiera.
Dunque, le due “sorelle in Cristo” invocano “l’infinità bontà” di Papa Bergoglio affinché il culto della Regina del Castello venga preso seriamente in considerazione dalle gerarchie ecclesiastiche e infine istituzionalizzato.
Le due donne, ogni giorno, aspettano con amorevole ansia la visita del postino. Chissà…