«Nottetempo, alcuni reparti e alcune zone della struttura sanitaria diventano ricovero per senzatetto, sbandati e tossicodipendenti, e al mattino, gli operatori sanitari trovano di tutto: dalle siringhe agli escrementi, passando per avanzi di cibo e bevande evidentemente consumati qui».
È la denuncia del consigliere regionale di Forza Italia Domenico Damascelli, che ha volto la sua attenzione alle condizioni in cui versa l’ex-ospedale bitontino. Nei giorni scorsi il forzista ha fatto un sopralluogo, ascoltando le testimonianze degli addetti della struttura.
Il problema è che, durante la notte, l’ex-ospedale è lasciato in mano a vandali e delinquenti, a causa dell’assenza di sorveglianza e videosorveglianza: da anni ormai non c’è alcun tipo di controllo. E periodicamente si verificano furti più o meno importanti. Dagli spiccioli della cassa del Centro unico di prenotazione, ai pc degli ambulatori, passando per la Fiat Panda di servizio, rubata dal parcheggio interno, fino ad arrivare ai furti milionari e su commissione di apparecchiature mediche e, soprattutto, di farmaci antitumorali e ormoni della crescita.
Le zone più frequentate dai vandali sono quelle del seminterrato e le sezioni in cui si passa da una parte all’altra dell’edificio.
Le pressanti richieste fatte da sindacati e politici locali per un servizio di sorveglianza sono rimaste lettera morta, in quanto la struttura ha perso progressivamente importanza.
Anche il nostro giornale, tempo fa (Da Bitonto cartaceo, giugno 2018, n.328), ha condotto un’inchiesta proprio sui carenti sistemi di sicurezza della struttura. Oltre al problema del vandalismo notturno, si sono verificati degli episodi in cui gli operatori hanno corso un certo pericolo. È già capitato che ex-detenuti, con problemi di alcol e droga, si siano introdotti nell’edificio, mostrando atteggiamenti aggressivi e violenti. Al punto da richiedere l’intervento delle Forze dell’Ordine.
«Questa situazione – rimarca Damascelli – non è più tollerabile. In quello che dovrebbe essere un luogo in cui si tutela la salute, gli ambienti sono malsani e insicuri, sia per chi ci lavora sia per chi viene qui a farsi curare». Già pronta un’interrogazione da presentare in Consiglio regionale e indirizzata al presidente Michele Emiliano e al direttore generale della Asl, Antonio Sanguedolce.