Ieri pomeriggio, alle 18 in punto, dai balconi di tutta Italia si è levato un canto di speranza per esorcizzare la minaccia ormai straripante del Coronavirus.
Chi lo ha fatto intonando l’inno di Mameli, esponendo anche il tricolore, chi una canzone che avesse comunque senso patriottico.
Dal terrazzo di casa sua, l’artista vero Vincenzo Mastropirro, ruvese di nascita e bitontino d’adozione, ha donato note liete, e pur ritmate e dotate di un’arcana forza tellurica a tutti coloro che, in questi giorni, stanno lottando contro un nemico invisibile, subdolo e crudele.
Miscelando da par suo dolcezza e forza, con modernità di timbro che non dimentica la classicità d’anima, ha suonato un pezzo in ambientazione domestica, avendo per sfondo un cielo che sapeva di primavera e piante che ci dicevano come la Natura prosegua il suo cammino, in ossequio al suo tempo circolare.
Quando l’ultimo soffio del suo cuore si è spento nel flauto per farsi vento della sera ed arrivare, anche tramite Facebook (https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10221266922733569&id=1562003715) a tutti noi, Vincenzo, fedele al suo motto esortativo, ha esclamato: “Vafammocc au virùs! E sciom nnanz!”.
E noi tutti andiamo avanti, sospinti anche dall’esempio di chi vive di sogni, musica e poesia: il nutrimento interiore che ci fa volgere fiduciosi lo sguardo al domani…