Nella corsa per il Rettorato
dell’Università degli Studi di Bari c’è un bitontino.
Ed è un nostro insigne concittadino: il professor Antonio Felice
Uricchio.
Ordinario di Diritto Tributario, ha uncurriculum
vitae lungo un papiro, fatto di incarichi prestigiosi (persino
oltreoceano, in Sud America, pensate un po’) e pubblicazioni tematiche di
fondamentale importanza nel settore giuridico.
Spicca, tuttavia, il nome della città
che gli ha dato i natali: la nostra.
E, allora, professor Uricchio, qual è il
legame che caratterizza il suo rapporto con Bitonto?
E’ sempre stato, intimo, forte, solido.
Sono nato a Bitonto, e a rinsaldarlo hanno provveduto i miei genitori, i nonni,
i cugini che mi hanno aiutato nel cammino di crescita e formazione. Insomma, ha
un ruolo non irrilevante nella mia formazione.
A proposito di magnifici rettori, è
indubbio che chi ricopre questa carica ha una visibilità notevole, al punto
tale da attrarre l’attenzione delle sirene politiche. Lei cosa pensa a tal
riguardo?
I rapporti dell’ente con la politica
devono restare aperti, ma non devono mai crearne dipendenza. Bisogna
sempre essere aperti ad un rapporto di mediazione tra le parti e tuttavia è
imprescindibile mantenere una sfera distinta e autonoma di azione.
È possibile ipotizzare un coinvolgimento
maggiore di Bitonto nella vita universitaria barese?
Certo, è importante intrattenere
rapporti con il territorio, non ho ancora un’idea precisa di cosa si possa
creare nelle altre comunità, ma sarà mia premura realizzare una rete in tutte
le città, specie quelle da cui proviene il maggior numero di studenti e,
quindi, anche da Bitonto, il tutto ovviamente finalizzato alla crescita e alla
formazione di tutti.
Il mondo contemporaneo è per lo più
composto da internauti che navigano nel mare magnum – e un po’ insidioso – del
web. Lei, per esempio, ha intenzione di usare i social network?
Sì, già lo facevo da docente, qualora
dovessi essere eletto, continuerò a farlo. Sono sempre un buon mezzo per
rimanere sempre al passo coi tempi ed ascoltare dubbi, sogni e
inquietudini dei più giovani.
Dunque, se il verdetto delle urne dovesse
essere quello sperato, quali sono i suoi progetti per l’eventuale mandato?
Rilancio e rinnovamento sono le parole d’ordine che
devono caratterizzare l’università, se non si vuole perdere il contatto col
mondo variegato e ricco di problematiche che ci circonda. Bisogna
necessariamente coltivare un rapporto continuo, costante e proficuo con
l’apparato culturale e sociologico attuale.
Per chiudere, del suo avversario in
questa non facile corsa, il prof. Stefano Bronzini, cosa pensa?
Ho di Stefano massima stima e rispetto e
mi auguro, al di là degli esiti elettorali, di avviare una feconda
collaborazione con un professionista valido come lui.