Gratitudine e umanità. Queste le parole d’ordine che hanno distinto il pomeriggio di ieri, 10 luglio, in via Castellucci 53. L’occasione è stata l’apposizione della targa commemorativa presso la sede “Servizi Dipendenze Patologiche” (SER. D. Bitonto).
Una storia di generosità che affonda le sue radici negli anni Settanta, quando la famiglia bitontina Abbatantuono-Valenza donò la sua casa privata alla Asl di Bari in nome dell’assistenza sanitaria ricevuta nei difficili anni di malattia di entrambi i coniugi. Un immobile imbevuto di memoria comunitaria, un riconoscimento che sottolinea l’importante presenza dei servizi sanitari territoriali di prossimità in un contesto cittadino molto articolato come quello di Bitonto e dell’intero Distretto Socio Sanitario n. 3.
A fare gli onori di casa, il direttore responsabile della struttura, Antonio Taranto, il dirigente psicologo, Carmela Elia e tutto il personale medico, socio-assistenziale, infermieristico ed amministrativo, tutte le persone che da tempo usufruiscono del servizio e la presidente del CCM (organismo di partecipazione della Asl di Bari), Marilena Ciocia, che insieme alla Consulta del Volontariato del Comune di Bitonto porta avanti il percorso istituzionale di potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale, soprattutto a seguito della chiusura dell’ospedale nel 2011.
Un altro importante tassello per la comunità che funge da fil rouge rispetto al passato della famiglia benefattrice e alla «relazione clinica speciale ed attenta» che i coniugi instaurarono con il personale medico-assistenziale; una relazione che Carmela Elia spera si replichi all’infinito.
Sono intervenuti anche il direttore generale Asl di Bari, Vito Montanaro, che ha sottolineato l’impegno dell’azienda per la realizzazione della struttura, concretizzatosi attraverso l’acquisto di capitale umano e le tante donazioni trasferite a “Puglia Valore Immobiliare”, e il sindaco Michele Abbaticchio, soddisfatto della risposta che la politica locale, insieme alle istituzioni sanitarie, continua a fornire alla comunità soprattutto a fronte del «drastico aumento delle patologie»; si pensi alla Fondazione SS Medici, al PTA, al punto di primo intervento e alle tante organizzazioni già presenti da tempo in città.
«Dobbiamo proseguire il percorso di interlocuzione istituzionale e gli interventi sul territorio con l’obiettivo di siglare un protocollo d’intesa che guardi al modello di Conversano, il migliore sotto il profilo di assistenza e medicina territoriale. Ciò sarà utile anche per non intasare le strutture ospedaliere limitrofe come quella del vicino San Paolo» – il commento in chiusura del consigliere regionale Domenico Damascelli, prima del momento commemorativo officiato da don Nicola Cotrone alla presenza di operatori, volontari e cittadini.