La
richiesta è, al tempo stesso, semplice e diretta. “Ampliamento
con urgenza della sicurezza sul territorio bitontino”.
A
chiederlo non è il sindaco in uno dei tanti incontri fatti in
Prefettura o ai Comitati per l’Ordine e la sicurezza pubblica, bensì
una comune nostra concittadina. Si chiama Chiara Stella Barba,
compagna di un imprenditore che si occupa, fin dal 2008, di noleggio
awp e gestione sale slot e vlt.
E
che, in una lettera al prefetto di Bari, Carmela Pagano, non ha
difficoltà alcuna a raccontare la sua difficile storia, purtroppo
non un “unicum”
nella nostra città.
“Vivere
di questo lavoro a Bitonto è impossibile!. Sin da subito, abbiamo
dovuto denunciare e difenderci da episodi di delinquenza e violenza:
abbiamo subito richieste di estorsioni, il mio compagno è stato
picchiato a sangue, ha dovuto fare svariati interventi al setto
nasale, continuando a denunciare, ad affidarci alla giustizia.
Abbiamo
subito decine e decine di furti in questi anni, sempre prontamente
denunciati e per i quali non abbiamo MAI avuto un riscontro positivo,
anche nel momento in cui abbiamo mostrato le immagini delle
telecamere di videosorveglianza”.
“Ma
adesso– prosegue – siamo
stanchi, sfatti, esasperati: negli ultimi 10 giorni, quattro locali
commerciali, nei quali abbiamo nostre awp installate, sono stati
derubati. Sono notti che non dormiamo per la paura o per sorvegliare
da soli la città, e quando stacchiamo po’ siamo subito colpiti,
perché sul territorio nessuno ci tutela. Polizia e carabinieri
continuano a dirci che gli uomini sono pochi, che non hanno mezzi,
che dobbiamo continuare a lottare. Ma come possiamo farlo? Come
possiamo lottare se ogni giorno ci mandano sul lastrico? Se ci rubano
la dignità ogni giorno che siamo costretti a svegliarci nel cuore
della notte? Noi ci stiamo ammalando per questi continui episodi, e
la città di Bitonto è completamente allo sbando”.
“Io
sono sempre stata una cittadina per cui il senso civico prima di
tutto. Io mi sono sempre posta in prima persona quando ho anche avuto
il dubbio che qualche episodio criminoso potesse essere commesso, ho
sempre incitato il mio compagno ad affidarsi alla legge, a credere
nella giustizia, e forse per questo oggi sono ancora più delusa e
arrabbiata del mio compagno”.
Eccole,
allora, le richieste. “Ampliamento
della sicurezza sul territorio bitontino, per non vedere più la mia
famiglia, il mio lavoro, i miei sacrifici distruggersi a causa di un
sistema che non funziona”.
Ma
anche dell’altro: “Per
la mia famiglia sono disposta a uccidere o morire, e se le cose in
questa città non cambieranno, l’unica soluzione possibile è che ci
scappi il morto”.