“Un soldato senza nome” è l’opera seconda di Claudio Ripalti, sostenuta da MIC – Ministero della Cultura e da Emilia – Romagna Film Commission. Racconta le disavventure del milite Ferruccio Mambrin, fuggito dalle retrovie del fronte, che si finge malato mentale pur di salvarsi dalla guerra. All’interno dell’ospedale manicomiale di Ferrara, il ragazzo subisce violente terapie psico-fisiche perché ritenuto un simulatore dal conservatore dottor Brighenti.
Grazie alla visione innovativa del dottor Gaetano Boschi, Ferruccio viene trasferito, assieme ad altri soldati, a Villa del Seminario, luogo in cui viene curato attraverso le pionieristiche terapie del lavoro e il racconto della propria storia.
Scoperto dai carabinieri, viene denunciato per diserzione e condannato a morte.
Durante l’ultima notte Ferruccio tenta un’ultima fuga, ma i giorni passati a Villa del Seminario lo hanno reso un uomo nuovo che ha smesso di scappare.
Il dottor Gaetano Boschi è veramente esistito ed è stato uno dei primi psichiatri al mondo a studiare quello che poi sarà definito Disturbo da Stress Post Traumatico. Per tali ricerche fu candidato al Premio Nobel. Esordio sul grande schermo per il bitontino Francesco Galliano, virtuoso allievo di quella autentica fucina di talenti che è attoREmatto, l’idea lucente della regista Cecilia Maggio.