Che da Palazzo Gentile facevano veramente sul serio, dopo nove anni di annunci e proclami, lo abbiamo visto già a febbraio, con l’apposita procedura a evidenza pubblica per trovare un nuovo locatario all’attuale sede del Partito democratico – corso Vittorio Emanuele al civico 23 – da “concedere in locazione a soggetti privati, a titolo oneroso, ai fini anche della riqualificazione edilizia e funzionale” (clicca qui per articolo https://bit.ly/3hmjeN6).
Ebbene, adesso c’è il passo successivo. E la data, perché potrebbe essere davvero significativa per un immobile che ha segnato la storia (politica e non solo) della città, è da segnare sul calendario. Tra poco più di un mese, infatti, martedì 14 luglio, si “procederà all’esperimento dell’asta pubblica per aggiudicare la locazione dell’immobile, dinanzi alla Commissione appositamente nominata”. Alla gara – spiegano da corso Vittorio Emanuele – potranno partecipare persone fisiche e persone giuridiche che non si trovino in situazioni che comportino la perdita o la sospensione della capacità di contrattare con la Pubblica Amministrazione.
Gli interessati hanno tempo fino alle 12 del 13 luglio per presentare la candidatura con apposita documentazione, esclusivamente da inviare tramite raccomandata con avviso di ricevimento.
L’aggiudicatario dovrà versare nelle casse comunali un canone mensile di quasi 1.200 euro al mese (significa 14mila euro annui), che potrebbe anche essere rivisto dal secondo anno, secondo gli indici ISTAT. E lo dovrà fare per almeno sei anni, rinnovabili per un ulteriore periodo di altri sei.
Chiunque sarà il locatario, dovrà farsi carico, ovviamente, di tutte le spese per riattivare le utenze, i costi successivi dei consumi e/o dei canoni; la manutenzione e adeguamento del locale, compreso eventuali sostituzione di pavimenti, apparecchi igienico sanitari, rubinetterie, corpi scaldanti, impianti illuminanti ecc.; le eventuali migliorie che si intendono apportare agli impianti; le spese necessarie per adeguare il locale igienico esistente alle normative per i portatori di handicap; la manutenzione ordinaria nel corso degli anni di locazione, e quelle di manutenzione straordinaria. E dovrà, inoltre, in sede di sottoscrizione del contratto, versare apposita garanzia pari a due mensilità di locazione.
Resta da capire, adesso, quali saranno le intenzioni del Comune se l’asta dovesse andare deserta (mettere da parte il tutto o ripresentarla magari con un canone più basso?), e le mosse del Partito democratico se davvero dovesse perdere la storica sede.