“Questo evento a Mino Devanna non sarebbe nemmeno piaciuto” sorride Nicola Abbondanza, ideatore dell’omaggio al mecenate bitontino, tenutosi domenica mattina nella sua Galleria.
Una chiacchierata, in realtà, tra coloro che l’hanno conosciuto e amato. Un momento per ricordarlo nella sua dimensione di uomo, zio, professore, cultore ed esperto d’arte. Un’occasione per restituire alla sua figura l’importanza che il chiacchiericcio degli ultimi mesi sembrava aver sporcato.
Questo è stato “Un mondo dentro il mondo”, la manifestazione promossa dalla Galleria Nazionale della Puglia “Girolamo e Rosaria Devanna”, in collaborazione con l’associazione “Cenacolo dei Poeti”.
“Era doveroso riflettere sulla sua figura, sul suo ruolo nell’arte – ha dichiarato Claudia Calabria, direttrice della pinacoteca bitontina -, e sull’impegno profuso nella nascita di questo scrigno d’arte”.
“Vendere questi quadri lo avrebbe reso ricco, ma lui voleva dare un museo alla sua città” ha ricordato Filomena Barbone, precedente direttrice della Galleria e amica di Mino, con cui ha vissuto la bellissima esperienza.
“Veniva sempre qui, anche durante il Covid, per compiere un viaggio a ritrovo nel suo tempo” ha ricordato, prima di leggere i pensieri degli amici fraterni di Mino, Silvia Serafini e Francis Naumann, studioso americano e massimo esperto del movimento Dadaista.
A ricordare le origini della realizzazione della Galleria, anche il prof. Nicola Pice. Per l’ex sindaco, ricordare Mino significa innanzittutto impegnarsi per realizzare il suo sogno, ovvero rendere una città d’arte ad ampio respiro quella Bitonto, amata e odiata al contempo. Un rapporto generato dalla rabbia per lo “stupro” sulle nostre bellezze, come ricordato da Gino Ancona, e anche dal poco apprezzamento all’arte dei suoi concittadini, come sottolineato dal prof. Stefano Milillo.
Una città “sopita, addormentata, quasi dimentica del dono che le ha fatto” a cui Mino voleva donare anche la sua biblioteca, progetto ancora in stand by.
“Mino e Rosaria hanno inverato il concetto di dono in un gesto concreto” ha poi dichiarato il presidente del Centro Ricerche Storia e Arte Bitonto, Marino Pagano, che ha ricordato Girolamo come “intellettuale libero e fanciullo” che piegava il vento in direzione di una visione alta e collettiva.
L’uomo “pazzo e geniale, dalle passioni al limite”, come ricordato dalle sue nipoti, però verrà ricordato come merita.
“È giunto il momento di affiggere una targa per Mino” ha promesso il sindaco Francesco Paolo Ricci. “Lui voleva dare ancora di più alla nostra città, voleva che Bitonto desse risalto alla sua opera, non per lui, ma per la comunità”.
Voleva far innamorare tutti dell’arte, obiettivo che per il consigliere comunale Domenico Damascelli ha pienamente raggiunto.
Gli interventi sono stati intervallati dalla musica, brani di classica e leggera amati da Mino, eseguiti al pianoforte dal maestro Anna Elisa Lacetera.
A rendere omaggio al mecenate, anche gli artisti Angela Rapio, che ha realizzato un ritratto di Mino esposto per l’occasione, e Giuseppe Fioriello, che ha tratteggiato i lineamenti di Mino nel disegno usato nella locandina dell’evento.