E ce lo ricordiamo ancora quel bimbo che, arrivati in discesa san Francesco nei pressi di Palazzo Vulpano, nel bel mezzo di un blitz correva come un pazzo. Avrà avuto più o meno dieci anni e con delle manine minuscole ci spintona urlando “ghia re mùrt de re sbìrr!”.
Rimanemmo interdetti. Ci fermammo solo un attimo e quello scambio di sguardi tra colleghi, tra cittadini, significò tante cose. Era un: ma tu guarda un po’ quelli combattono da un lato e qui c’è chi educa a casa i propri figli già ad entrare nel mood delle istituzioni – del sistema, del “nemico” – da combattere. Era un: ma ci pensi che ora ne arrestano dodici, venticinque, settanta due, ma i nostri figli e i nostri nipoti cresceranno con loro, questi piccoletti che ora ci spintonano che saranno diventati grandi e con un curriculum già degno di nota?
E stamattina, dall’altro lato della città la risposta era lì sul muro viola di un asilo che non è stato ancora ridipinto “Fusciatiin”. Scappa. Sì, perché dopo tutte le elucubrazioni mentali, quello che ti viene da dire è proprio questo.
E mentre da un lato circa 150 uomini facevano il loro lavoro al meglio a nemmeno cento metri c’erano i bambini che cantavano. Sbirciando dalle finestre erano felici, battevano le mani. È quella è l’età della vita, dove non immagini nemmeno che, magari, dall’altro lato dietro mamma e papà possono celarsi i delinquenti della peggior specie. Uomini e donne che danno la vita e vendono la morte in dosi e dipendenza.
La speranza c’è. La stessa che ci potrebbe portare a cancellarla quella scritta dal muro. La stessa che ci fa dire che c’è la Bitonto che combatte, la Bitonto per bene che vuole risorgere.
Perché esistono anche i bimbi buoni. E se da un lato c’è chi corre, bestemmiandoli, dall’altro c’è chi ha visto i militari e gli agenti impegnati ed è sceso a portar loro un disegno.
Le vetture di Polizia e Carabinieri, accostate, dolce segno di ringraziamento. E una preghiera: “Vi ringrazio del vostro lavoro. Che Dio vi benedica”.
E vuoi solo chiuderti in un angolo e piangere un po’. Per la felicità.