Far
emergere il lavoro sommerso che c’è nel mondo dell’artigianato e non solo.
E’ il “favore” che Domenico Sgaramella, artigiano nostrano, chiede in una lettera
inviata al primo cittadino Michele Abbaticchio sulla sua pagina facebook. «Sono un artigiano come tanti di Bitonto, uno
che non ha peli sulla lingua. Ultimamente ho notato che la nuova
amministrazione comunale si è presa carico di far emergere dal sommerso i venditori ambulanti di frutta e verdura, obbligandoli
a scegliersi un posto fisso di vendita e a pagare le tasse, cosa dovuta a tutti
gli operatori economici per legge e che prima non accadeva», principia la missiva. Che poi prosegue con una richiesta
specifica: «Ora mi chiedo: perchè non
accade per l’artigianato la stessa cosa? Perchè si continuano a chiudere gli occhi
per famigerati muratori, idraulici, elettricisti ed altre maestranze che
lavorano totalmente nel sommerso?».
«Questa gente
continua a ristrutturare abitazioni senza autorizzazioni di apertura lavori,
che per legge deve essere presentata all’ufficio tecnico comunale. Per non parlare
dello smaltimento rifiuti di lavorazione che avviene liberamente in cassonetti
della nettezza urbana e su strade
vicinali creando un monnezzaro»,prosegue Sgaramella, che poi continua illustrando alcune immagini poco edificanti
della città.
«La munnezza
sulle strade periferiche, non da una bella immagine al paese.
Ne cito alcune. Via Traiana dopo il cimitero e
altre strade vicine. Ognuno di noi vede e tace, perché nessuno si prende la
briga di chiamare i vigili o scattare una foto a chi sta commettendo l’illecito. Questo non accade
per i Comuni limitrofi, dove la cittadinanza rispetta le leggi e mostra un po
di dignità in più… Non occorre la multa o il vigile…La gente rispetta la
propria città, come rispetta la propria casa e basta».
«Perchè io e
tanti altri artigiani dobbiamo essere considerati cari o ladri? Perchè paghiamo
INPS-INAIL tasse camerali..IRPEF IVA commercialista, corsi di aggiornamento fra
l’altro a noi obbligatori?
Come possiamo competere con il sommerso? E’ giusto
questo?», si domanda il nostro
compaesano. Sgaramella,
infine, lancia un appello ai giovani. Per cambiare la
città. Lui non vuole farlo più. «Mi
rivolgo ai giovani che resteranno in questo paese. Fate qualcosa per cambiarlo,
lasciate perdere i cellulari e le chiacchiere, dedicate qualche ora alla vostra
città, presenziate i Consigli comunali, valutate le vostre preferenze politiche. Purtroppo a me non
serve perchè mi sono arreso. Dopo tanti anni, vado via da Bitonto perché questa
Città non ha più risorse umane e materiali».
E poi: «Non possiamo scaricare le
responsabilità al primo cittadino. Dobbiamo cambiare noi se vogliamo Bitonto
più bella e pulita in tutti i sensi. Basta ad additare la criminalità perché non è solo quello
il nostro problema. Il nostro problema è il vicino di agro che ti ruba la
frutta, e tante altre situazioni che per dignità non cito».