Eccola, dunque. Un’altra pagina di vergogna per la nostra città.
Un ennesimo bruttissimo colpo al nostro patrimonio culturale rurale. Soliti ignoti – a cui piace vedere bruciare il mondo – che non hanno pietà di una edicola votiva.
La denuncia arriva da Pasquale Fallacara, una delle risorse e memorie più preziose della nostra città nonché fervido amante del nostro territorio.
“Ubicata sull’antica arteria rurale denominata “via Torre D’Agera” – spiega – l’edicola alta circa due metri, caratterizzata da conci calcarei ben sbozzati a martelletto, con nicchia quadrangolare e copertura a calotta, presentava al suo interno un “Ramino” (dipinto su lamina di rame) raffigurante la Madonna Immacolata orante, patrona di Bitonto. Quest’ultimo dipinto votivo, in passato protetto una piccola grata con vetro, si presentava purtroppo assai corroso in quanto da tempo esposto alle intemperie”.
“Questa piccola edicola – continua – luogo di fede e di preghiera, posizionata tra gli argentei ulivi penduli della nostra campagna, costellata di numerose chiesette, non poche in disuso o dirute, testimoniava la profonda fede sia del singolo che della collettività che ivi si riuniva o transitava per le svariate attività legate al lavoro agricolo. Non conosciamo l’autore, nè con esattezza la datazione, in quanto mancante della caratteristica epigrafe, possiamo presumere che tale opera sia stata realizzata a inizio ‘900. Trattandosi di un’opera a carattere devozionale, la ricerca di notizie relative alla committenza e realizzazione è piuttosto difficoltosa, meno ignota è invece la funzione di questo tipo d’opre utilizzate sin dal ‘600 sia come espressioni di profonda fede, sia per illuminare le strade ai passanti, in quanto dotate di piccole lucerne. Al suo interno infatti, in passato una piccola lucerna a olio illuminava il bel dipinto raffigurante una sacra effigie della Vergine Immacolata. Quest’ultima, con veste dorata con svolazzo dietro la spalla sinistra, presentava sul capo un diadema”.
Fallacara, infine, ha anche una proposta: censire le edicole votive presenti nelle nostre campagne al fine di preservare le belle immagini sacre che, diversamente, andrebbero perdute.