Talvolta, bastano poche
settimane per vanificare anni di grandi battaglie e significative conquiste. È
questa la sensazione che si percepisce, guardando negli occhi i mariottani e i
palombaresi che quotidianamente usufruiscono del trasporto urbano.
Una frustrazione
insopportabile che, nei giorni più disagevoli, assume persino i contorni della
rassegnazione.
“Si fermi”, urla una mariottana all’autista, nel pullman delle 9.30,
“devo scendere in via Mazzini, all’angolo
con via Matteotti”.
Nei giorni precedenti,
infatti, la donna si era servita di quella fermata. E le era persino sembrata
comoda, perché a pochi passi dal centro urbano. Così, in cuor suo, si era
convinta dei vantaggi che un simile cambiamento avrebbe avuto per la città, dal
momento che di fatto nemmeno scombinava tanto le abitudini dei viaggiatori.
“No signora, finora ci siamo sbagliati”, risponde imbarazzato
l’autista, “la fermata è più avanti”.
Poi, per rimediare al
disagio, il giovane guidatore fa appello a un termine di cui in questi giorni
si sta abusando per giustificare mancanze e negligenze.
Sperimentazione.
Questo è quanto sta
accadendo dopo l’ordinanza sindacale con la quale l’amministrazione comunale ha
modificato il percorso dei pullman. Gli utenti della tratta Bitonto-Mariotto e
viceversa si ritrovano a viaggiare in una sconvolgente confusione, perché tutto
è ancora in divenire.
E, a quanto pare, lo sarà
ancora per molto.
Da lunedì 5 agosto,
infatti, cambieranno anche gli orari delle corse, che avranno una frequenza di
quaranta minuti e non più di mezzora.
Un provvedimento in fase sperimentale che
ha già suscitato qualche polemica e che ai cittadini delle frazioni sembra un
clamoroso e inaspettato ritorno al passato.
“Stiamo pian piano tornando a dieci anni fa”,
commenta un utente, “a quegli anni in cui
i pullman passavano ogni ora”.
Al contrario, quasi
paradossalmente, nelle frazioni ci si attendeva l’introduzione di qualche corsa
in più, almeno nel week end. Non fosse altro per consentire anche ai mariottani
e ai palomabaresi di partecipare agli eventi di questa piacevole estate
bitontina.
Perché la crescita di un
territorio -insegna la geopolitica- si misura anche in base alla forza
centripeta con cui un centro è capace di attrarre a sé le periferie.