Pare sia tornato l’incubo della processionaria in città. Un anonimo lettore ce ne ha segnalato la presenza tra via Ammiraglio Vacca e viale Due Cappelle, raccomandando di fare molta attenzione soprattutto per i cani.
La Thaumetopeapityocampa o più comunemente processionaria del pino non è un fenomeno strano.
Gli attacchi di questo insetto, il lepidottero endemico, sono facilmente riscontrabili ogni 5-7 anni e sono principalmente visibili nelle forme di nidi, di colore bianco-grigio, alla punta dei rami. Le larve, infatti, si nutrono degli apici vegetativi dei pini, crescono nel giro di pochi mesi da dimensioni di pochi millimetri a 4-5 centimetri e causano la defogliazione delle piante arboree. Se i nidi sono più di tre per pianta adulta, allora si devono urgentemente prendere provvedimenti. In caso contrario, invece, la pianta reagisce al debole attacco con l’emissione di nuove foglie.
Ciò che è pericoloso di questi insetti dalla colorazione rossastra è, soprattutto, la loro peluria urticante ed il secreto contenuto nelle setole, qualora venisse a contatto con la pelle dell’uomo e degli animali, provoca forti irritazioni. I danni sono consistenti esclusivamente se recati a parti delicate del corpo, soprattutto occhi o mucose delle vie respiratorie o genitali. Esse possono essere sconfitte con farmaci antistaminici prescritti dal medico.
Ci sono stati in questi anni diversi casi nella nostra città, a cui sono seguite delle disinfestazioni. Tuttavia, pare l’incubo sia tornato.
Ma con semplici azioni preventive si eviterebbero perdite di denaro e situazioni allarmanti. Elaborare dei cronoprogrammi, semestrali o annuali, per effettuare le operazioni colturali nei giusti i tempi, aiuterebbe a prevenire.